Lancio di frutta, sigarette e sale: una donna finisce a processo per aver perseguitato un bimbo autistico di 4 anni

20 Maggio 2025

La donna, di 64 anni e vicina di casa del bambino con una grave forma di autismo, è finita al centro di un’inchiesta della procura della Repubblica di Chieti accusata di stalking

CHIETI. «Sei un demonio», gli urlava contro. E poi gli gettava addosso di tutto: scarti di frutta, mozziconi di sigaretta, mucchi di sale. È un bambino di quattro anni, affetto da una grave forma di autismo, la vittima di queste prepotenze e umiliazioni finite al centro di un’inchiesta della procura della Repubblica di Chieti. La vicina di casa, una donna di 64 anni (di cui non indichiamo il nome con l’unica finalità di tutelare l’identità del piccolo), si ritrova ora sotto processo con l’accusa di stalking: la prima udienza è in programma il prossimo 23 giugno. Sui fatti, avvenuti in un palazzo di Ortona da marzo 2023 allo stesso mese del 2024, hanno indagato i carabinieri.

LE ACCUSE

In base alle accuse, il bambino disabile è stato preso di mira mentre giocava sul balcone dell’appartamento della nonna, 62 anni, che si trova al piano inferiore rispetto a quello abitato dall’imputata. La stalker, in sostanza, lo accusava di essere posseduto dal diavolo e ha iniziato a perseguitare lui e la nonna «con frequenza pressoché quotidiana». Più nel dettaglio: scagliava addosso al minorenne oggetti di ogni tipo, imitandone financo i vocalizzi a mo’ di scherno. In numerose occasioni, gli ha gridato contro frasi offensive, chiamandolo «demonio». Senza considerare che urlava e sbatteva le porte, «al fine di zittirlo», quando il bimbo era agitato e piangeva. E non è finita qui, perché mucchi di sale – sempre in base a quanto si legge sul capo d’imputazione – sono stati lanciati dalla sessantaquattrenne anche sulle scale condominiali e sul pianerottolo prospiciente l’abitazione delle vittime.

LE CROCI

Più volte, dice l’accusa, l’imputata ha inciso persino una croce sulla porta dell’appartamento in questione. Con questi comportamenti, sintetizza il pubblico ministero Marika Ponziani, la stalker ha causato nella vicina «un perdurante stato d’ansia e di paura anche e soprattutto per l’incolumità del nipote». Nel corso delle indagini sono stati ascoltati più testimoni. A partire dalla mamma del bambino, la quale ha affermato che, in sua presenza, l’imputata ha schernito ripetutamente il figlio.

LE TESTIMONIANZE

Dello stesso tenore sono i racconti di due vicine di casa. Una di loro, in particolare, ha riferito che la sessantaquattrenne aveva inveito contro il minorenne dicendo che non doveva salire sulle scale in direzione del suo appartamento; l’altra, invece, ha confermato di aver visto il sale sulle scale almeno un paio di volte. La baby sitter ha aggiunto l’inquietante dettaglio delle croci disegnate sulla porta. In un primo momento, la procura aveva chiesto l’archiviazione. Ma il giudice Maurizio Sacco ha disposto l’imputazione coatta. Così il caso, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, è arrivato davanti a un altro giudice, che ha mandato a processo la donna.

LA DIFESA

L’imputata, difesa dall’avvocato Luca Paolucci, nega gli addebiti su tutta la linea e, anche davanti al giudice, ha affermato di essersi sempre dichiarata disponibile ad aiutare la vicina con il nipote e di non aver mai urlato nei confronti del bambino. «La totale estraneità alle accuse da parte della mia assistita», sostiene il legale, «verrà dimostrata nel corso del dibattimento».

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