L’inchiesta sul giro di droga da Catania a Chieti e l’effetto della coca della mafia: «Te la spari e vale due giorni»

Le intercettazioni sul traffico di droga gestito dal clan Scalisi tra Sicilia e Abruzzo: «È arrivata la spesa»
CHIETI. Non era solo il santuario di una vendetta, il laboratorio dove si assemblavano divise da carabiniere e si affilavano i piani per una strage. L’insospettabile appartamento di Chieti in via dei Sabelli, nel quartiere Tricalle, base logistica in Abruzzo del clan mafioso Scalisi, era anche il terminale di un lucroso e spietato traffico di droga. Un fiume di cocaina che dalla Sicilia risaliva la penisola per avvelenare il mercato locale, gestito con cinica lucidità da Pietro Schilirò, lo zio del boss Pietro Lucifora.
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