Lite sui servizi sanitari «Tagli a Lanciano, le eccellenze a Chieti»

Il vicesindaco Valente contro giunta regionale e Asl «Al Renzetti meno posti letto e lunghe liste di attesa»

LANCIANO. «Mentre a Chieti si inaugura una struttura d’eccellenza alla presenza del ministro della sanità, l’Abruzzo meridionale viene lasciato in abbandono dimostrando ancora una volta che nella nostra regione esistono territori di serie A e di serie Z». È il commento del vicesindaco Pino Valente dopo la visita del ministro Beatrice Lorenzin al Centro regionale di Oftalmologia, al policlinico di Chieti. E che l’Abruzzo meridionale e in particolare l’ospedale Renzetti, siano abbandonati, è dimostrato, per il vicesindaco, dai lavori ancora fermi, dal taglio dei posti letto e delle unità complesse, dalla mancanza di macchinari e dalle lunghe liste di attesa per esami e interventi.

«A Lanciano non si riescono neanche a portare a compimento quei pochi lavori iniziati e appaltati, come Pronto Soccorso e Cardiologia», dice Valente, «ma siamo certi che dopo aver dormito negli anni passati, qualche operazione di facciata verrà realizzata in prossimità delle elezioni regionali di maggio 2014. Un brutto tentativo di abbindolare i frentani per nascondere il fallimento della giunta regionale che ha desertificato le eccellenze nell’Abruzzo del sud per concentrarle nell’area metropolitana e a Teramo. A dimostrazione di ciò ci sono i tagli ai posti letto, la cancellazione della sede Asl di Lanciano, il declassamento di tante unità complesse in unità semplici, lo scippo dei dieci milioni già stanziati per il riammodernamento del Renzetti».

Valente torna anche sull’incontro dei giorni scorsi al Renzetti tra alcuni medici, la direzione sanitaria dell’ospedale e il consigliere regionale Emilio Nasuti. «Ha ragione Nasuti quando dice che la politica non è stata assente», evidenzia il vicesindaco, «è stata invece molto presente nella pianificazione dei tagli e nella progettazione della grande bugia del nuovo ospedale servita a far litigare gli amministratori locali per l’individuazione del sito del presidio fantasma».

Teresa Di Rocco

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