Lite Vasto-Pollutri sul perimetro del bosco protetto

9 Luglio 2013

VASTO. Il Comune vuole entrare nella gestione del bosco di Don Venanzio, ma l’amministrazione municipale di Pollutri, ente gestore della riserva naturale, è contraria. È finita in aula la diatriba...

VASTO. Il Comune vuole entrare nella gestione del bosco di Don Venanzio, ma l’amministrazione municipale di Pollutri, ente gestore della riserva naturale, è contraria. È finita in aula la diatriba sulla perimetrazione dell’area protetta. A causa di una discrepanza tra la cartografia e la normativa, diversi ettari di terreni di proprietà del Comune di Vasto sono stati inclusi nel perimetro dell’area protetta istituita nel 1999.

Ieri, a distanza di quattro anni da una precisa richiesta della Regione, l’argomento è stato sottoposto all’attenzione del consiglio comunale, ma dopo un vivace dibattito il punto è stato rinviato. Provvidenziale è stato il messaggio fatto recapitare prima del consiglio dal sindaco di Pollutri, Nicola Benedetti, che al suo omologo, Luciano Lapenna, ha chiesto di soprassedere in attesa di un incontro chiarificatore.

Il primo cittadino di Pollutri vorrebbe che la questione venisse sanata con lo stralcio dei terreni inseriti erroneamente. Il rinvio è stato accordato, ma l’argomento è stato lo spunto per un battibecco tra il consigliere di minoranza Nicola Del Prete, che a suo tempo sollevò il problema della perimetrazione, e il consigliere di maggioranza Maurizio Vicoli, esponente di Sel. «L’amministrazione ha avuto quattro anni di tempo per risolvere la questione», attacca Del Prete, «avrebbe potuto concordare una linea d’azione con il sindaco di Pollutri e verificare se c’erano le condizioni per una cogestione della riserva. Risulta che i terreni inclusi nel perimetro del bosco di Don Venanzio non hanno alcun pregio naturalistico: sono circa 40 ettari a coltivazione intensiva. Il Comune di Vasto farebbe bene ad occuparsi, invece, delle riserve naturali che sono presenti sul suo territorio, soprattutto quella della Marina che oggi è abbandonata», conclude polemico il consigliere indipendente.

Era stato proprio Del Prete, un anno fa, a sollecitare la ridefinizione dei confini, chiedendo con una interrogazione di portare il problema del Bosco di Don Venanzio all’attenzione del consiglio comunale proprio al fine di dirimere la querelle. La vicenda risale al 1999, anno di istituzione della riserva naturale guidata. Il Bosco di Don Venanzio, così chiamato dal nome dell’ultimo proprietario, Venanzio Di Virgilio, che nel 1986 lo cedette al Comune di Pollutri, è uno degli ultimi lembi di foresta planiziaria della costa adriatica: 78 ettari protetti. Il bosco sorge su di una serie di terrazzi fluviali a quote decrescenti. Le specie arboree più importanti sono il cerro, la farnia, il carpino bianco e il frassino. Vi sono alberi che sfiorano i 25 metri d’altezza.

Anna Bontempo

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