Locali e palestre, tre proteste in strada 

Delegazione vastese a Roma, a decine in piazza Rossetti: «Chiusure ingiuste». E oggi manifestano i titolari di bar e ristoranti

VASTO . Il mondo dei locali pubblici, della ristorazione e delle attività sportive scende in piazza. Tre le iniziative: due si sono svolte ieri, una a Roma e l’altra in piazza Rossetti a Vasto ieri pomeriggio alle 18, l’ora di chiusura dei locali. La terza manifestazione intitolata “Siamo a terra” è in programma questa mattina, sempre in piazza Rossetti. Un gruppo di gestori di palestre e attività ginniche, istruttori, personal trainer e sportivi vastesi ieri mattina ha raggiunto la Capitale e ha partecipato alla manifestazione “Pro sport”: «Abbiamo speso tantissimo per adeguare i locali al protocollo del governo. Abbiamo anche preparato programmi per lo smart working. Far chiudere noi è ingiusto», ha detto Yari Perrotti della palestra Pegaso. Lo stesso concetto è stato ribadito ieri sera in piazza Rossetti. Ingiusto e devastante per il futuro, rappresentato da un manichino impiccato ad un lampione con una maglietta bianca sul quale spiccava il tricolore e la scritta “Dignità, lavoro, libertà. Così ci volete”. Tanta la rabbia ma nessun gesto violento.
In piazza Rossetti, i manifestanti, gestori di palestre e titolari di bar, ristoranti e locali, hanno rappresentato la disperazione di chi ha paura del futuro. «Conte ha colpito chi correttamente ha sopportato enormi sacrifici e spese e ha bisogno del lavoro per vivere», hanno ribadito i manifestanti con le mascherine. Le forze dell’ordine, come disposto dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, hanno tenuto la piazza sotto controllo ma non è stato necessario intervenire. Sugli striscioni la disperazione di tanti operatori che, a fatica, stavano cercando di riprendersi: «Dietro ogni attività non essenziale c’è la cosa più essenziale del mondo, un essere umano e la sua dignità».
Oggi alle 11.30 i gestori dei pubblici esercizi occuperanno pacificamente piazza Rossetti. L’iniziativa organizzata da Fipe–Confcommercio vuole ricordare il valore economico e sociale del settore e chiedere alla politica un aiuto per non morire. «Il piatto piange e la musica è finita», dice il consorzio di operatori Vasto in centro, «gli ultimi provvedimenti presi dal governo per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi. Non bastava aver svuotato i ristoranti, con una sorta di bombardamento psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi. Ora i bar, i locali di intrattenimento e le imprese di catering e banqueting, vengono messe in condizioni di non poter lavorare a causa delle restrizioni sugli orari di apertura e a causa dei divieti a eventi e cerimonie».