Meno treni per Pescara il caso in Provincia

Il presidente Di Giuseppantonio: «Inaccettabile il piano di riordino sulla stazione Bisogna cambiare gli orari, penalizzato un comprensorio di 100 mila abitanti»
VASTO. «La decisione di Trenitalia di privare la stazione di Vasto-San Salvo delle fermate dei treni per Pescara dalle 15,30 alle 8 del giorno successivo è inaccettabile. Il piano di riordino va cambiato perché è estremamente penalizzante per Vasto e l’intera provincia di Chieti». Si apre così la nota inviata ieri dal presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, alla direzione di Trenitalia.
Di Giuseppantonio stigmatizza la decisione della società di ridurre drasticamente le fermate dei convogli a Vasto e giustifica il malcontento dei pendolari che lo scorso finesettimana hanno protestato affidando al Centro il loro amaro sfogo. «Condivido l’esasperazione dei viaggiatori e sono solidale con loro», dichiara Di Giuseppantonio. «Non si può lasciare una città come Vasto, che ha un comprensorio di 100 mila abitanti e un tessuto di aziende e attività che necessitano di adeguati collegamenti, senza fermate dei treni per Pescara. La zona più meridionale della regione e della provincia ha importanti insediamenti industriali in cui lavorano migliaia di pendolari. Senza adeguati collegamenti con Pescara, sono tagliati fuori. Intendo avviare con Trenitalia un confronto serrato affinchè riveda, almeno in parte, la decisione», annuncia il presidente. «So che la battaglia è durissima ma un punto d’accordo, se c’è disponibilità reciproca, si può trovare nell’interesse della popolazione e di un intero territorio».
Fra qualche giorno l’argomento sarà trattato anche a Vasto nel corso del consiglio comunale che il sindaco, Luciano Lapenna, intende convocare con urgenza.
La notizia è stata accolta favorevolmente da Federconsumatori, la prima a lanciare qualche giorno fa l’allarme sulle fermate dei treni. L’orario invernale di Trenitalia, entrato in vigore il 10 dicembre, ha provocato la reazione indispettita di migliaia di utenti che non hanno risparmiato frecciate ai politici locali, provinciali e regionali. «La crisi non può essere più un alibi per giustificare la morte di un territorio. Come mai il Molise riesce a garantire ai cittadini servizi migliori? Perché il vastese è costretto ad andare a Termoli per prendere un treno?», sono tornati a chiedere ieri i pendolari. «Di questo passo presto spariranno anche i binari».
A fare infuriare di più i viaggiatori è la disparità di trattamento fra la direttrice Adriatica e quella Tirrenica. «L’Italia non è forse unica?», domandano provocatoriamente gli utenti. A questo punto migliaia di cittadini sperano che l’intervento di Di Giuseppantonio riesca a far rivedere almeno in parte un piano che di fatto isola il territorio. (p.c.)
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