Mobilitazione sul Parco della costa

Il popolo di Facebook scende in campo per accelerare la legge

FOSSACESIA. La "voglia di parco" arriva soprattutto dalla rete. In mancanza di risposte istituzionali sulla creazione del Parco della Costa Teatina, nel limbo burocratico dal 2001, si è mobilitato il popolo della rete e degli ambientalisti e oggi alle 10 nel teatro comunale di Fossacesia si discute l'avvio di una costituente che coinvolga cittadini e associazioni.

«Alla tiepidezza e ai dubbi di alcuni sindaci - spiega Andrea Natale, assessore all'ambiente di Fossacesia - fanno da contraltare le oltre 5mila persone che in meno di un mese hanno aderito ai due gruppi presenti su Facebook».  Un plebiscito di facce e di commenti in grado di trascinare la questione parco dal popolare network alla realtà, in un incontro, quello di oggi, che vuole soprattutto «portare avanti l'iter della legge sul parco nazionale e fugare ogni dubbio». 

Il Ministero dell'Ambiente ha «rispolverato» la legge sul parco nazionale il 10 maggio scorso proponendo una bozza di perimetrazione ai sindaci dei territori coinvolti (Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo ndc).  La sorpresa è stata che molti dei sindaci chiamati a decidere hanno espresso dubbi proprio sull'estensione del parco, giudicata troppo ampia. 

L'area coinvolta andrebbe dal casello autostradale dell'A14 fino al mare ma, sotttolinea Natale, «chi afferma che si possano mettere vincoli anche su aree fortemente urbanizzate, sui centri abitati e sulle zone di sviluppo, o fa terrorismo o non conosce l'applicazione della legge e il funzionamento delle aree protette, e qui parlo con cognizione di causa, come direttore di una riserva regionale». 

Secondo l'assessore all'ambiente, promotore, assieme alle associazioni Cambiamo Fossacesia e Cantiere Aperto, del movimento "Parco della Costa Teatina, noi lo vogliAMO", il parco nazionale sarebbe vincolante né più né meno come «un qualunque Piano regolatore generale».  Al contrario, l'area protetta diventerebbe «un modello di sviluppo che tende al benessere reale ed effettivo e non alla sola crescita economica».

«Uno studio della Rete delle riserve regionali del 2005 - continua Natale - ha dimostrato che ogni euro investito in queste riserve, gestite secondo i criteri che vorremmo anche per il Parco Nazionale della Costa Teatina, ne ha prodotti ben quaranta».  Non ultimo il parco sarebbe anche un ottimo strumento per impedire l'arrivo delle trivelle.

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