Morto in ospedale, indagati cinque medici a Vastp

E' l'equipe che si è occupata delle ultime ore di vita del negoziante deceduto per emorragia

VASTO. Manca un'ipotesi di reato certa ma sono indagati in cinque. Si tratta dell'equipe di medici che si è occupata delle ultime ore di vita di Nicolino Gianfelice, 60 anni, il commerciante di Montenero di Bisaccia residente a San Salvo morto mercoledì sera prima di essere sottoposto a un secondo intervento chirurgico d'urgenza. Intanto ha trascorso l'intera giornata di ieri in sala operatoria Luigi Schips, il primario del reparto di urologia dell'ospedale San Pio aggredito e poi denunciato mercoledì notte dai familiari di Gianfelice. Sulla vicenda anche la Asl ha avviato un'indagine interna.

La magistratura ha deciso di verificare il comportamento di tutti i medici che si erano occupati del paziente nelle ultime ore di vita: due urologi, un chirurgo un'anestesista e un otorino. L'autopsia eseguita ieri pomeriggio nell'obitorio del San Pio sul corpo della vittima ha stabilito che a causare la morte del commerciante è stato uno scompenso cardiaco provocato da una forte emorragia. Si paventa, tuttavia, una colpa omissiva: un ritardo nel secondo intervento. Ma è solo un'ipotesi.

Alla perizia hanno assistito quattro medici legali: Giuseppe Sciarra, incaricato dalla Procura, Pietro Falco per la Asl, Ivan Melasecca per il dottor Schips e Christian D'Ovidio per la famiglia del paziente. Né l'avvocato di Schips, Fabio Giangiacomo, né quello della famiglia Gianfelice, Giovanni Cerella, hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Non parlano neanche Angela Pennetta e Camillo Di Carlo, avvocati degli altri medici indagati oltre a Schips: Luca Cingolo (urologo), Antonio D'Attilio (chirurgo), Antonella D'Amico (anestesista) e Guglielmo Gaggini (otorino).

La perizia è durata circa quattro ore, dalle 13,30 alle 17,15. Il dottor Sciarra si è preso 90 giorni per depositare le conclusioni in procura.

Nel frattempo il sostituto procuratore della Repubblica, Enrica Medori, prenderà visione della cartella clinica del grossista, imprenditore del ramo tessile, molto conosciuto a San Salvo per il suo impegno in ambito sportivo. Il primario Schips, considerato punta di diamante della Asl Lanciano-Vasto, ieri è apparso molto amareggiato per l'accaduto, ma anche sereno. «Confermiano la piena fiducia nella professionalità del dotto Schips e degli operatori che hanno seguito il caso», ha ripetuto la Asl.

Secondo l'azienda sanitaria il caso Gianfelice era disperato. L'uomo, affetto da una grave patologia diagnosticata proprio da Schips, era stato ricoverato al San Pio prima di Natale. L'aggravarsi delle sue condizioni avevano spinto l'urologo a programmare l'intervento chirurgico per mercoledi mattina.

Schips, vista la delicatezza del caso, ha chiesto la presenza di un altro chirurgo. L'intervento sembrava essere riuscito. Nel pomeriggio il paziente si è nuovamente aggravato. E' entrato in sala operatoria, ma dopo un arresto cardiaco è stato portato in rianimazione. Tutto inutile: Gianfelice è morto e la famiglia non si rassegna.

La reazione di alcuni parenti al decesso del loro caro è stata violenta. In ospedale è dovuta intervenire la polizia. Dopo qualche ora nel reparto è arrivato anche l'avvocato Cerella. Alla vista del legale i parenti del defunto si sono calmati, ma la mattina successiva hanno deciso di presentare un esposto in Procura.

Ora sarà la magistratura a stabilire se la morte di Gianfelice può essere catalogata come caso di malasanità o se, al contrario, a uccidere il commerciante è stato un destino crudele. Ieri sera la salma di Gianfelice è stata riconsegnata ai familiari per i funerali che si cerebrano stamattina.

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