Bucchianico, la casa dell'omicidio

BUCCHIANICO

Nonno ucciso a botte, nipote era incapace di intendere e volere

Arrivano i risultati dalla perizia psichiatrica voluta dal Tribunale per i minorenni di L'Aquila

BUCCHIANICO. Era incapace di intendere e volere al momento del fatto a causa dei problemi psichiatrici di cui soffre, il 15enne di Bucchianico che l'8 luglio scorso uccise il nonno, di 78 anni, colpendolo dentro casa con pugni, calci, sedie e un aspirapolvere.

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È quanto emerge dalla perizia redatta da Simona Ceccoli, psichiatra, il perito incaricato dal giudice del Tribunale per i minorenni di L'Aquila. Dalla perizia emerge anche che il ragazzo ha la capacità di stare in giudizio ed è socialmente pericoloso. Il difensore, l'avvocato Roberto Di Loreto, che a questo punto chiederà di farlo entrare in una comunità terapeutica, aveva chiesto e ottenuto per il suo assistito, il processo con il rito abbreviato condizionato proprio alla perizia sulla capacità di intendere e di volere. Dopo quella del 6 febbraio, una nuova udienza, il 6 marzo, è già fissata dinanzi al giudice del Tribunale per i minorenni di L'Aquila.

Il 15enne si trova nell'istituto penitenziario di Casal di Marmo a Roma su ordinanza di custodia cautelare. Il consulente della difesa è il medico legale Giorgio Murmura. Il ragazzo, del quale il nonno materno era affidatario, è accusato di omicidio volontario con l'aggravante di aver commesso il fatto ai danni di un ascendente e per futili motivi.

Sempre secondo l'accusa continuò ad infierire sul corpo della persona offesa ormai inerme a terra. L'anziano morì la notte seguente nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Pescara dove era stato ricoverato in condizioni disperate. Il ragazzo, come emerse poco dopo il fatto, riprese con lo smartphone i drammatici momenti in cui saltava addosso al nonno con i piedi.