Omicidio stradale, condannato ai lavori sociali per 18 mesi

È la pena patteggiata dal 43enne di Altino che provocò la morte di Cosmo D’Alonzo di Roccascalegna
LANCIANO. A quella visita medica Cosmo D'Alonzo, 69 anni, ex dipendente Sevel di Roccascalegna, non arrivò mai, perché l’auto, una Fiat 500L sulla quale viaggiava con la moglie, al bivio di Brecciaio dal quale stava uscendo per dirigersi verso Lanciano, fu travolta da un’Audi A6, proveniente da Lanciano e guidata da un 43enne che dopo averla colpita, la scaraventò fuori strada nella scarpata che costeggia la Provinciale Lanciano-Atessa: per Cosmo non ci fu nulla da fare. Per quel drammatico incidente, avvenuto alle 9.30 del 27 febbraio 2024, G.D.L., 43 anni, residente ad Altino, è finito dinanzi al giudice per le udienze preliminari Giovanni Nappi con l’accusa di omicidio stradale e ha patteggiato una pena di un anno e 6 mesi di reclusione, convertita ai lavori socialmente utili: presterà servizio in una cooperativa sociale.
La sentenza frutto di un patteggiamento ottenuto dai legali dell’uomo, Jessica De Gregorio e Giacinto Ceroli, prevede quindi uno sconto di pena per il rito, ma anche per il risarcimento danni avvenuto e perché è stata rilevata anche una imprudenza di D’Alonzo che si stava immettendo sulla Provinciale, stava svoltando a sinistra quando è sopraggiunta l’Audi. Che magari non avrebbe colpito la 500L se non avesse proceduto a folle velocità.
Come sostenuto dalla Procura, a bordo della A6 il 43enne «percorreva la strada provinciale alla velocità di 110 km orari, superiore di 60 km/h rispetto al limite consentito, e non adatta allo stato dei luoghi caratterizzato da una intersezione presegnalata e comunque troppo elevata per riuscire ad arrestare il mezzo in un tempo adeguato ad evitare l’impatto». Il 43enne, resosi conto della manovra di immissione di D’Alonzo a una distanza di circa 89 metri, «attuava una frenata brusca di 25 metri, così riducendo la velocità dell’auto senza però riuscire a evitare l’impatto con la 500 impegnata a svoltare a sinistra direzione Lanciano».
Uno schianto terribile con la 500 spinta fuori strada, nella scarpata sottostante dove si ribaltava e l’Audi che arrestava la marcia dopo altri 26 metri. L’ incidente scosse la comunità di Roccascalegna, ma anche gli altri centri e riportò al centro la pericolosità del bivio di Brecciaio, all'incrocio tra le strade provinciali “Pedemontana” e “Ponte nuovo del Sangro”, teatro di tanti scontri. Nove giorni dopo l’incidente mortale infatti gli operai della Provincia installarono due rilevatori di velocità. Ma l’intervento più atteso, chiesto da molti, è una rotonda.

