Ospedale Chieti, De Acetis: "Utilizzati materiali scadenti"

17 Agosto 2012

Per il consulente del Tribunale non basterebbero interventi da 37 milioni di euro per riportare la sicurezza

CHIETI. La scarsa resistenza dei materiali (calcestruzzo) è «la criticità più rilevante per la sicurezza degli edifici e la salvaguardia della vita delle persone». Ad affermarlo è l’ingegnere pescarese Enrico De Acetis, il consulente nominato dal Tribunale di Chieti, nella sua perizia depositata il 30 luglio scorso sulle condizioni statico-strutturali del policlinico.

«Criticità», spiega il perito nella risposta al primo dei due quesiti posti dal Tribunale, «che sono dovute a patologie genetiche e non a fenomeni di degrado o decadimento». In pratica, sarebbero stati utilizzati «materiali scadenti in fase esecutiva». Per l’ingegner De Acetis, si tratta dunque di anomalie «non compatibili con le condizioni di esercizio di una struttura ospedaliera» ed è la conclusione che in questi giorni sta mettendo a dura prova le decisioni della task force allestita dalla Regione e dalla direzione generale della Asl per cercare di uscire dall’emergenza con l’annuncio del manager, Francesco Zavattaro, di voler procedere in tempi brevi allo sgombero di alcuni reparti per ripristinare le condizioni di sicurezza con interventi pluriennali .

Si parla qui dei fabbricati C e F del Santissima Annunziata realizzati tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli Ottanta del secolo scorso, in base agli elaborati progettuali dell’ingegner Onofrio Caputi (Proger), degli architetti romani Rolando Angeletti e Marcello Camaiti e dell’architetto teatino, Carlo De Simone.

I progetti esecutivi furono firmati invece dagli ingegneri Lucio Dall'Oglio e Maurizio Franceschetti, entrambi di Roma, con la direzione dei lavori affidata allo stesso progettista Onofrio Caputi, mentre a realizzare le costruzioni fu l’impresa romana dell’ingegner Pasquale Isidori. Collaudatore delle opere, l’ingegner Elio Pansa di Roma.

Nel secondo quesito, il consulente tecnico d’ufficio quantifica i costi necessari per la messa in sicurezza dei due fabbrica al centro dei rilievi peritali e conclude però che la stima può essere solo un’ipotesi aleatoria. Per i due edifici, infatti, il consulente parla di un importo complessivo di 37 milioni di euro, salvo aggiungere che dalle «analisi degli ipotetici interventi, non si può prescindere che i medesimi, parziali a carico dei pilastri, non risolverebbero il problema della messa in sicurezza, in quanto gli interventi per gli edifici strategici devono obbligatoriamente riguardare tutti gli elementi strutturali nel loro insieme e soprattutto tenere conto della risposta globale degli edifici a un evento sismico».

«In ogni caso» aggiungeDe Acetis, «gli interventi ipotetici proposti, verosimilmente, non potranno mai raggiungere livelli di sicurezza congruenti per un ospedale».

La relazione dell’ingegner De Acetis si compone di 75 pagine dattiloscritte e undici allegati. Al luglio del 2008 risale invece la perizia tecnica effettuata dalla Stin, la società d'Ingegneria incaricata dalla Regione, a firma dell'ingegner Danilo Pierucci, relativa alle «verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica di edifici pubblici e opere strutturali, ai sensi di un’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri dell’8 luglio 2004». Ma sulla situazione del policlinico forse sarà necessario scrivere altre consulenze.

©RIPRODUZIONE RISERVATA