Palmerio, il poeta che graffia i politici
Il caso a Guardiagrele, l’ex sindaco pubblica le rime in bacheca e non risparmia nessuno
GUARDIAGRELE. Continuano a destare molta curiosità tra i cittadini, le poesie manoscritte firmate dall'ex sindaco, Mario Palmerio, che, periodicamente e ormai con una certa puntualità, da qualche settimana appaiono in bella mostra nelle bacheche di Sel e de "La Destra". Una poesia graffiante, quella proposta dal professor Palmerio, in questi ultimi tempi, costantemente impegnato a partecipare, in qualità di relatore, a conferenze e convegni. Una poesia che, con una punta d 'ironia, battute e critiche, bacchetta anche l’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sandro Salvi, per alcune importanti scelte fatte negli ultimi tempi. Forse, proprio per questa ragione, molti hanno pensato che l'ex primo cittadino, stia preparando un suo ritorno sulla scena politica locale. Per sfatare ogni dubbio lo abbiamo interpellarlo direttamente. «Devo innanzitutto precisare - spiega Palmerio - che scrivo versi, principalmente per divertimento. Ne ho parecchi in serbo. Del resto - osserva - con l'attuale amministrazione comunale non è difficile trovare "l'ispirazione ". Per quanto riguanda poi un mio eventuale ritorno in politica - continua Palmerio - devo dire che ho ricevuto e ricevo molte sollecitazioni da parte dei cittadini, ad impegnarmi di nuovo. La cosa certamente mi gratifica e, nello stesso tempo, mi stuzzica a riprendere e continuare il bel progetto che avevo elaborato per Guardiagrele. Ci sto pensando». Sembra però difficile etichettare l'ex sindaco per quanto riguarda la scelta del futuro schieramento. «Sono stato un sindaco vero - conclude Palmerio - mai di parte e clientela. E questo ha dato fastidio a tanti "nani". Penso quindi ad un andare oltre gli steccati, al co-costruire, insieme a molti e diversi, un progetto, una meta. Ho già qualche contatto...». Nel frattempo l'ex sindaco continuerà la sua produzione poetica, probabilmente cosciente del fatto che, come affermava un grande letterato ungherese, il senso delle parole, non è solo quello che significano in se stesse, bensì lo spazio sul quale generano luce.
Giovanni Iannamico