«Patrizia morì per sostanze letali»: 51enne finisce sotto inchiesta 

La 43enne di origini vastesi trovata senza vita a Petacciato il 28 agosto 2020: il decesso 5 giorni prima Alla donna somministrato metadone con altre miscele. I legali della famiglia: «Non prendeva niente»

VASTO. Clamorosa svolta nel giallo di Petacciato. A distanza di un anno dal ritrovamento del corpo senza vita di Patrizia Di Stefano, 43 anni, di origini vastesi, la Procura di Larino ha indagato un uomo di 51 anni di origine siciliana conoscente della vittima. A.G., queste le sue iniziali, è accusato di avere provocato la morte della quarantatreenne facendole assumere metadone. La perizia medico legale fatta dal professore Luigi Cipolloni non lascia dubbi. La morte di Patrizia Di Stefano fu provocata da insufficienza cardiorespiratoria acuta dovuta agli effetti sinergici di metadone in quantità elevata e altre sostanze. A casa della vittima gli investigatori hanno anche ritrovato una boccetta di metadone, sostanza che era stata data ad A.G. per uso personale. Una sorella della quarantatreenne che abita a Vasto, i genitori e altri familiari chiedono giustizia e per questo si sono affidati agli avvocati Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni. L'indagato è difeso dall'avvocato Nicola Bonaduce del foro di Larino.
L'articolo 586 contestato ad A.G. - morte o lesioni come conseguenza di altro delitto - presenta notevoli affinità con l'omicidio preterintenzionale che prevede una pena che va da dieci a 18 anni. Patrizia Di Stefano fu trovata morta il 28 agosto 2020 nella casa di Petacciato in cui si era trasferita da poco. Da giorni la donna non rispondeva al telefono. Furono i familiari a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. La donna era a letto. Sul suo corpo non c'erano segni di violenza. Chi conosceva Patrizia escluse subito la morte volontaria. Improbabili anche le cause naturali. La Procura di Larino decise di aprire l’inchiesta e ordinò un'autopsia. L'esame autoptico ha rivelato che la vittima quando fu trovata, era morta da almeno cinque giorni. Gli investigatori hanno ricostruito le ultime ore di vita di Patrizia. A.G. è stata una delle persone viste con la donna nei giorni immediatamente precedenti la morte. Altri particolari hanno convinto la Procura di Larino che fu proprio lui a dare alla 43enne il metadone.
«Resta da chiarire perché», affermano gli avvocati Giacomucci e Mugoni. «Fermo restando il fatto che il metadone viene dato per uso personale ed è vietata la cessione a terzi, perché mai Patrizia Di Stefano avrebbe dovuto assumerlo?», rimarcano i legali della parte civile che non escludono che la donna possa avere assunto la sostanza senza saperlo.
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