Per fare un’ecografia passa un anno e mezzo

Liste d’attesa ancora record al Renzetti: 523 giorni per il controllo dei nei o 16 mesi per l’ecodoppler. Per gli esami del sangue arriva il “totem antifile”

LANCIANO. Ecografie, ecodoppler (esame per la funzionalità di vene e arterie), osservazione dei nei in epiluminescenza, visita pneumologica: se un utente ha bisogno di fare questi esami all’ospedale Renzetti può mettersi l’anima in pace. Non potrà farli prima della metà dell’anno prossimo, il 2018. Per colonscopie, visite oculiste e cardiologiche le attese sono oltre i 220 giorni, ovvero 7 mesi. Risonanze e tac, visite ortopediche si fanno dopo 4 mesi di paziente attesa. Questi i tempi biblici per gli esami programmati. Ma se un utente volesse accelerare la visita può farlo: basta pagare. Intramoenia l’attesa è nulla. «Sono andata al Cup per prenotare un’ecografia non urgente consapevole che avrei avuto una prenotazione piuttosto lunga», racconta una donna frentana, «pensavo a 4-5 mesi. Ma, sono rimasta sorpresa di sentire che avrei potuto fare l’esame a metà luglio 2018: 17 mesi di attesa. Sono rimasta stupita poi di sentire che potevo fare la stessa ecografia intramoenia, il giorno dopo. La differenza di prezzo? Minima, una quindicina di euro. Quindi ho preferito pagare e fare l’esame». Ma, chi non può effettuare spese sanitarie extra? Rinuncia a curarsi? Attende. Ma aspettare oltre un anno e mezzo per esami come ecografie, ecodoppler, osservazione dei nei, visite pneumologiche, non è il massimo. Dove è la riduzione dei tempi di attesa promessi? Per quanto riguarda le ecografie e le risonanze da fare in Radiologia non c’è modo di intervenire? Nel reparto si lavora sempre a grandi ritmi: lo dicono gli oltre 4.500 esami al mese, la guardia attiva radiologia h24 (non si resta mai scoperti perché nelle ore notturne e nei giorni di festa in servizio ci sono un medico e un tecnico, mentre un secondo tecnico e un infermiere sono reperibili), ma le liste non si smaltiscono. Quelle per le risonanze sono cresciute fino a 116 giorni (19 giugno 2017) per mancanza di personale -che spesso va in soccorso dell’ospedale di Vasto- e perché non si può usare il macchinario se non poche volte a settimana. Ecco alcuni esempi di maxi attese: esame ai nei 523 giorni, ecografie 497, ecodoppler 489, colonscopie 232, visite cardiologiche 246, pneumologiche 339, visite oculistiche 224, ortopediche 107, risonanze 116 giorni (rispetto al 2016 i tempi sono aumentati di alcuni giorni). Per quanto riguarda la pneumologia un passo avanti si sta facendo. È stata da poco ricondotta nel poliambulatorio per tagliare le attese. Sono visite sempre più richieste, quelle pneumologiche, abbinate alle spirometrie. Altri tagli alle attese ci sono prenotando alcune visite al distretto sanitario: è la medicina territoriale che deve andare in aiuto a quella ospedaliera per i casi non acuti e complessi. Ma c’è ancora tanto da lavorare su questo fronte.

Presto si ridurranno le file che ogni mattina caratterizzano il laboratorio analisi. È stato infatti montato, ed entrerà in funzione tra alcuni giorni, un totem all’ingresso del laboratorio. L’utente, seguendo le indicazioni dello schermo, prenderà il biglietto con la prestazione da effettuare e lo conserverà fino al momento dell’uscita. Un biglietto unico per le file da fare sia all’accettazione che ai box dove si effettua il prelievo. Qui di solito si crea il caos per il fatto che non valgono i numeri presi per l’accettazione e così si formano file disordinate. Con il totem sarà messo ordine. Nel laboratorio si è dunque investito sulla “logistica” migliorando il servizio per gli utenti (circa 250 al giorno) e anche per i medici e gli infermieri che spesso assistevano a battibecchi tra le persone in fila; e per le urgenze che, dopo anni, saranno regolarizzate attraverso numeri specifici.

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