1 giugno

Oggi, ma nel 1941, a Creta, in Grecia, si concludeva l’operazione “Mercurio”, cominciata il 20 maggio precedente, condotta dalle truppe dell’Asse comandate dal generale Kurt Student, dopo 1971 caduti e 2594 feriti solo nei loro schieramenti, con la conquista della piazzaforte voluta da Benito Mussolini per riequilibrare le precedenti vittorie germaniche. Nel contesto del secondo conflitto mondiale, l’isola presa (nella foto, particolare, l’annuncio sulla prima pagina del quotidiano romano di regime “Il lavoro fascista”, del 3 giugno successivo, che uscirà in edizione straordinaria), col piano d’attacco approvato dal Führer il 25 aprile 1941 con la “direttiva numero 28”, rimarrà sotto il dominio italo-tedesco per quattro anni: ossia fino alla fine di maggio 1945. Il Belpaese contribuiva nel mettere in condizioni di resa gli Alleati, che contavano 1751 vittime più 1900 feriti e 17.509 prigionieri, quell’1 giugno 1941, con 2.500 armati. Questi ultimi verranno reputati dagli addetti ai lavori essere “piuttosto raccogliticci”.
Erano agli ordini del ferreo colonnello Ettore Caffaro, di Frascati, classe 1892, ed erano entrati in azione il 28 maggio nella baia di Sitia. Il gruppo tattico di Caffaro era costituito: dal plotone dei carabinieri reali “Egeo”; dal primo e dal secondo battaglione fanteria “Regina”; da una compagnia mortai da 81; da una compagnia carri CV35; da una compagnia cannoni controcarro da 47/32; dalla compagnia di camicie nere della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale “Rodi”; da una compagnia del reggimento di fanteria di Marina “San Marco”. La flottiglia d’invasione tricolore, che aveva il compito di garantire il supporto via mare, invece, era sotto gli ordini del capitano di vascello Aldo Cocchia. Il contributo più importante, comunque, era fornito dai paracadutisti di Adolf Hitler, che ammontavano a 13mila aviotrasportati in totale, mediante una studiata manovra d’agguato massiccio dal cielo volta proprio a contrastare le asperità del territorio, peculiarità tutta insulare.