Today

7 novembre

7 Novembre 2025

Oggi, ma nel 1978, a Milano, al civico 5 di via Pietro da Cortona, quattro esponenti delle Squadre proletarie armate, sigla di derivazione di Prima linea, formazione comunista combattente antagonista alle Brigate rosse, uccidevano, con due colpi di pistola alla schiena, Giampiero Grandi, di 44 anni, negoziante di articoli da regalo con bottega in viale duca degli Abruzzi per i più, ma in realtà spacciatore di eroina. Era già finito in manette, l’11 dicembre 1975, proprio per il giro di 2 chilogrammi di droga proveniente dalla Thailandia, ma se l’era cavata con l’assoluzione al processo per mancanza di prove.

La sua fine prematura segnava clamorosamente l’intervento del terrorismo di estrema sinistra nel sociale. In azione cercando di punire chi diffondesse la polvere bianca letale con la feroce campagna “Morte a chi vende morte”, come sottolineato nella rivendicazione del delitto. I sicari, che non saranno identificati, erano giunti a bordo di una Simca 1000 rubata e l’esecutore materiale era travestito da postino. Inizialmente gli esponenti delle forze dell’ordine e della magistratura penseranno che la vittima fosse stata fatta fuori nell’ambito di uno dei tanti regolamenti di conti tra malavitosi. Particolarmente per il controllo del redditizio giro degli stupefacenti nella città ambrosiana.

Invece la vicenda era di tutt’altra natura, ben più grande. Come testimoniavano anche i soldi trovati nelle tasche del malcapitato. Ovvero due assegni, uno da 18 e l’altro da 5 milioni, oltre a 250mila lire in contanti. Grandi aveva l’occhio sinistro di vetro a causa della coltellata ricevuta nel 1964, quando bazzicava il clan di Francesco “Francis” Turatello, prima di passare col sodalizio criminale di Eugenio Saccà, nella rissa nel locale "Pick-up" di piazza Gabrio Piola. La sua morte (nella foto, particolare, la notizia riportata sul quotidiano torinese “La Stampa”, nell’edizione del giorno dopo, 9 novembre 1978) aveva dunque implicazioni politiche.

Nonostante Grandi non facesse apertamente parte di schieramenti né “rossi” né neofascisti e non appartenesse alla crescente galassia della lotta armata. Nello stesso giorno, nel capoluogo lombardo, in via Masolino da Panicale 12, veniva freddato, per rapina, anche lo studente universitario di Chimica di 21 anni Corrado Stronati che aiutava il padre Alberigo alla cassa della drogheria “A&O” di famiglia. Ed ancora, sempre in quel 7 novembre '78, in corso Lodi 12, veniva passato per le armi, sempre in un furto, l’addetto alla pompa di benzina “Esso”, di 52 anni, Antonio Teodoro Colescia.