Prende il figlio a coltellate: condannata 

Lanciano. Madre patteggia un anno e 4 mesi di carcere per minacce e tentate lesioni personali

LANCIANO. Il figlio 15enne si rifiuta di accompagnarla alla passeggiata e lei, la mamma, fuori di sé, prende un coltello da cucina e prova a colpirlo mentre è sdraiato sul letto. I colpi, una ventina di fendenti, raggiungono il materasso e poi l’armadio, non il figlio lesto si è spostato. Una furia che l’ha portata poi a puntare il coltello verso di sé per farla finita. Ma si è fermata. A processo per minacce e tentate lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il reato con un’arma e contro un discendente, la donna 42enne rappresentata dall’avvocato Daniela Forte, ha patteggiato un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa. La sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari del trobunale di Lanciano, Giovanni Nappi, ha chiuso un presunto caso di violenza domestica ma ne ha lasciato aperto uno di solitudine e disperazione di una madre che si rifugia nell’alcol per non pensare ai problemi che ha e poi arriva persino a tentare di colpire colui al quale ha dato la vita.
L’episodio risale al 1° giugno 2018. Secondo quanto ricostruito anche dai carabinieri intervenuti dopo le tentate lesioni (alla donna è stato poi fatto un trattamento sanitario obbligatorio) e su denuncia del marito della donna (che ha poi ritirato la querela ma le indagini sono continuate d’ufficio vista la gravità del reato) la madre è in cucina mentre il figlio è sdraiato sul letto in camera, intento nelle sue cose. La donna gli chiede di uscire, di fare una passeggiata con lei. Lui si rifiuta. Scatta la reazione spropositata della donna, sotto l’effetto di alcol. La 42enne prende un coltello da cucina e si fionda nella camera del figlio. Prima lo minaccia puntandogli l’arma contro poi, inizia a sferrare i colpi. Il ragazzo li riesce a schivare alzandosi, ma la donna non si ferma e continua a colpire il materasso; una ventina i fendenti dati. Poi sempre fuori di sé, addirittura si punta il coltello contro e dice: “Una volta deve essere”. Poi si ferma. Dietro questo gesto c’è una situazione familiare assai delicata, di una donna portata in Abruzzo, a Lanciano, da un’altra Regione, sola, che prima si è separata dal marito, poi è tornata con lui, che ha figli che non stanno più con lei (anche il 15enne dallo scorso anno non vive più in casa con la madre che ha anche il divieto di avvicinarsi a lui), che ha problemi di alcol a cui si è aggrappata per combattere la propria solitudine e l’angoscia di una vita che non la soddisfa, e che invece l’ha fatta affondare.
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