Primarie, chiesto l'annullamento

14 Febbraio 2011

Lembo: "Il segretario Forte si è candidato? Mossa studiata a tavolino"

VASTO. «Un'azione premeditata, studiata a tavolino». Così Simone Lembo, consigliere comunale Pd, bolla la candidatura alle primarie del segretario cittadino, Giuseppe Forte, chiedendo l'annullamento della consultazione elettorale «inficiata da un vizio di fondo». La richiesta è contenuta in una lettera che Lembo ha consegnato nelle mani del coordinatore provinciale del partito, Camillo Di Giuseppe.

Il ritiro della candidatura dell'assessore alle finanze, Domenico Molino, e la concomitante discesa in campo di Forte, hanno scatenato la reazione dei sostenitori del sindaco Luciano Lapenna che alle primarie del 27 febbraio dovrà competere con il segretario del partito. Di nuovo l'un contro l'altro, come alle amministrative del 2006, prima di allearsi in vista del ballottaggio che decretò la vittoria del centrosinistra. A distanza di cinque anni la storia si ripete. «Finalmente Forte ha gettato la maschera», dice Lembo, «la sua candidatura e il ritiro di quella di Molino sono un'azione premeditata. Gli organismi di partito stoppino questa farsa: c'è un vizio di fondo che inficia le primarie».

A protestare nei giorni scorsi, ma per motivi diversi, era stata Vastoviva, l'associazione che fa capo a un gruppo di militanti Pd, tra cui Angelo Bucciarelli e Maria Amato. Il sodalizio era insorto contro il regolamento "restrittivo" che ha imposto la sottoscrizione della candidatura con 90 firme, cioè il 30% degli iscritti e non il 15% come prevede il regolamento nazionale. Un modo «per limitare la partecipazione e per favorire la casta», hanno tuonato gli esponenti di Vastoviva che, in mancanza di un loro candidato, appoggiano Forte.

Intanto Molino ha reso note le ragioni che lo hanno spinto a ritirare la candidatura. Le motivazioni, illustrate in conferenza stampa, sono diverse da quelle che, a caldo, aveva confidato sabato. «Non voglio fare la fine della noce nello schiaccianoci», aveva detto a chi gli chiedeva le ragioni della marcia indietro, annunciata con alcuni giorni di anticipo dalle cassandre di turno. «Il mio non è protagonismo, ma ricerca dell'unità», ha spiegato, «la mancanza di partecipazione del centrosinistra alle primarie mi ha fatto pensare che potevo essere un elemento di spaccatura. Sono rammaricato, mi aspettavo una maggiore apertura. Appoggio Forte: gli ho consegnato alcuni punti programmatici e lancio un appello alle liste civiche, all'Api e all'Udc, per fare di Vasto un cantiere politico».

Le probabilità, a questo punto, che il Pd si ricompatti sono ridotte al lumicino, anche se Forte prova a gettare acqua sul fuoco nella difficile impresa di dimostrare che non c'è alcuna competizione con Lapenna, da lui definito «un caro amico». «Il fatto che due candidati di peso come il sindaco uscente e il segretario partecipino alle primarie è la prova della grande democrazia nel Pd», dice il presidente del consiglio comunale, ricordando di aver approvato tutti i provvedimenti dell'amministrazione comunale. «Non è una guerra, non c'è contrapposizione», insistono Molino e Bucciarelli, «chi vince le primarie ha il sostegno di tutti gli iscritti al partito».

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