Promozione dei dipendenti Accuse all’ente dell’acqua

D’Orsogna Bucci (Femca-Cisl): previsti costi in aumento di 300 mila euro l’anno Il Cda non può votare i nuovi inquadramenti senza consultarsi col sindacato

LANCIANO. «Il consiglio di amministrazione non può approvare i nuovi inquadramenti contrattuali dei dipendenti con attribuzioni di livelli senza averli sottoposti alla consultazione delle Rsu, come prevede il contratto nazionale di lavoro».

È Giovanni D’Orsogna Bucci, delegato provinciale Femca-Cisl alla Sasi, a tornare, con una lettera al presidente dell’ente dlel’acqua, Domenico Scutti, al Cda e al commissario unico straordinario dell’Ente d’ambito, Pierluigi Caputi, sulla revisione della cosiddetta “pianta organica” della Sasi, contestata nei mesi scorsi da associazioni e comitati in difesa dell’acqua. La nuova riorganizzazione del personale, che rivede le posizioni di tutti i 90 dipendenti dell’azienda e dei circa 55 interinali prevedendo anche dei passaggi di livello che significano aumenti di stipendio, sarebbe stata fatta dal Cda sulla base di promozioni discrezionali e con assunzioni senza concorso. Affermazioni contestate dal presidente Scutti che, però, aveva congelato tutto e rimandato l’approvazione dell’assetto societario al nuovo Cda. Decisioni comunicata, come riferisce D’Orsogna, anche alle segreterie regionali dei sindacati e alle Rsu il 6 giugno scorso.

Ma il nuovo Cda non è stato eletto nell’infuocata assemblea dei sindaci-soci della Sasi del 29 luglio scorso: Scutti è rimasto in carica come presidente in proroga.

«Sembra che domani (oggi per chi legge, ndc), il Cda approverà i nuovi inquadramenti», anticipa D’Orsogna, «ma questi non sono stati sottoposti a sindacati e inoltre, in barba alla trasparenza, nessuno è a conoscenza dei livelli assegnati che porteranno a un aumento dei costi di circa 300mila euro annui. Ma nella Sasi non c’è oculatezza visto che aumentano le spese superflue», attacca D’Orsogna, «come l’autospurgo costato 300mila euro, e con un costo di rimessaggio di 250 euro al mese, inutilizzato perché si ricorre a ditte esterne per il servizio. E che dire dei circa 750 euro di affitto al mese pagati per container uso uffici inutilizzati perché il Comune ne ha ordinato la rimozione, e l’affitto di 700 euro al mese per un ufficio chiuso al pubblico ad Atessa, per non parlare di alcune figure professionali tenute a disposizione senza mansioni ma ben retribuite. Bisogna porre fine agli sprechi e mostrare gli inquadramenti alle Rsu prima di approvarli. I revisori dei conti vigilino affinché venga rispettata la normativa per gli enti di evidenza pubblica».

Da parte sua Scutti ha sempre respinto le accuse, spiegando che non aver fatto nuove assunzioni, ma definito la struttura organizzativa, ossia funzioni, compiti e responsabilità che mancavano.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA