Prostituzione, tre arresti

Gang sgominata: le prestazioni in uffici e palestre

LANCIANO. Si prostituiva in uffici assicurativi e in palestre della città. Quando ha scoperto di essere incinta, con il marito ha indotto una connazionale, fatta giungere in Italia con la promessa di un lavoro sicuro, a prendere il suo posto ma sulla riviera di Pescara con la minaccia di ritorsioni se non avesse venduto il suo corpo.

Le accuse.
Sono di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione con l’aggravante delle minmacce. Una coppia di romeni è finita così agli arresti. Si tratta di Elena Carlet, 27 anni, badante, residente a Lanciano dal 2006, e del marito Stefan Ion Miroiu, 24 anni, manovale, anche che lui residente nella città frentana. L’attività investigativa dei carabinieri della compagnia di Lanciano, coordinati dal capitano Geremia Lugibello, ha portato il magistrato ad estendere l’ordinanza di custodia cautelare anche a Valentin Nelu Pohrob, 37 anni, anche lui romeno, detenuto a Siena per reati contro il patrimonio.

La denuncia.
In una notte di agosto 2009, una romena, H.S., 20 anni, giunta da poche settimane a Lanciano col figlio di 24 mesi, si era rivolta, sconvolta, dai carabinieri chiedendo aiuto. Aveva deciso di raccontare tutto agli investigatori. Era stata invitata a raggiungere Elena e Valentin in Italia con la prospettiva di un lavoro sicuro e ben retribuito. Non sapeva che l’amica Elena, che si prostituiva anche in uffici assicurativi e palestre di Lanciano, era incinta. Sicché H.S. dopo appena 7 giorni si era ritrovata costretta a frequentare i marciapiedi della riviera di Pescara, guardata a vista dalla coppia negli incontri con i clienti.

Il lavoro sulla riviera.
Alla giovane la coppia consegnava un pacchetto di profilattici: quando le prestazioni sessuali erano finite, scattava il controllo sul numero dei preservativi utilizzati ai quali dovevano corrispondere le cifre pattuite con i clienti e da consegnare alla coppia. Alla giovane non restava nulla di quel denaro, in media 250 euro a sera: la coppia di amici si limitava a pagarle vitto e alloggio a Lanciano.

Le ripercussioni.
Quando la giovane ha protestato perché non era quello il tipo di vita che sperava di fare in Italia, ha provato a protestare ma è stata minacciata: anche il suo bambino avrebbe subito conseguenze. «Vi trasciniamo con la macchina», oppure: «Prendi la tua roba e tornatete in Romania». Dopo una settimana, la donna si è presentata dai carabinieri e ha messo nero su bianco.

Il recluso.
Il terzo ordine di carcerazione riguarda un connazionale amico della coppia, Pohrib, in Italia da tempo ma detenuto nel carcere di Siena per reati contro il patrimonio e in attesa di essere giudicato. Il suo ruolo era quello di fornire indicazioni alla coppia sulle località nelle quali far prostituire la connazionale. Per gli investigatori era una sorta di supervisore della prostituzione.

Il piano di protezione.
E’ scattato quando la giovane ha raccontato i fatti ai carabinieri e dopo che gli investigatori hanno fatto le loro verifiche con pedinamenti e filmati: la donna è stata trasferita da Lanciano in un luogo sicuro, prima di essere rimpatriata insieme al suo bambino, per evitare possibili ritorsioni.

Le indagini.
L’ordinanza di custodia cautelare porta la firma del giudice per le indagini preliminari, Francesca Del Villano Aceto, su richiesta del pubblico ministero Rosaria Vecchi. Gli arrestati sono difesi dall’avvocato Paola Zulli di Lanciano. La donna è ai domiciliari poiché nel frattempo è diventata mamma; il marito è nel carcere frentano: attendono l’interrogatorio di garanzia.

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