Provincia Chieti, bocciati i tagli delle indennità

Respinto l'emendamento al bilancio 2011 di Pd, Idv, Sel e Federazione della sinistra, che proponeva un taglio di 250mila euro a indennità e rimborsi degli amministratori

CHIETI. Una sforbiciata ma per carità no ai nostri compensi. L'avranno pensata più o meno così i consiglieri provinciali lo scorso 10 giugno, quando hanno respinto l'emendamento al bilancio 2011 di Pd, Idv, Sel e Federazione della sinistra, che proponeva un taglio di 250mila euro a indennità e rimborsi degli amministratori.

Ora che il ministro Tremonti evoca l'immagine apocalittica del Titanic sull'Italia, che ha bisogno di sforzi congiunti per non andare a picco, la proposta torna di attualità e il consigliere del Pd Angelo Radica rilancia: «Riproponiamo la misura in consiglio e facciamola passare. Sarebbe un segnale importante per il territorio».

Radica sostiene che la spesa dell'ente per la politica e i vertici dell'amministrazione ammonta a circa 1 milione di euro. Il presidente Enrico Di Giuseppantonio prende 4mila euro lordi al mese e i consiglieri tra gli 800 e i mille. «Potremmo destinare questi soldi ad altri capitoli difficili da sostenere», continua Radica, «le strade, a esempio, dove l'appalto per la pulizia costa 180mila euro. A inizio giugno abbiamo proposto che queste risorse fossero utilizzate anche per sostenere progetti di assistenza e di tutela dei più deboli. In un momento di difficoltà per tutti i cittadini ed in particolare per i più bisognosi voleva essere un segnale che anche la politica fa sacrifici. Ci chiediamo come mai la maggioranza ha bocciato questa proposta».

Antonio Tavani, esponente di punta del Pdl in Provincia, vicepresidente dell'ente, risponde: «Ci fu parere tecnico negativo del dirigente affari finanziari a quell'emendamento. Sono d'accordo a riconsiderarlo, anche se i compensi degli amministratori in questa Provincia sono stati già limati. Comunque sono in sintonia con un intervento moralizzante sui costi della politica, tuttavia alla luce anche di una panoramica allargata sui compensi in enti e partecipate, per capire dove intervenire a ragione».

«Per quanto mi riguarda», è invece la posizione del presidente Di Giuseppantonio, «la mia indennità è di 3 mila euro netti. Sono nell'ente praticamente l'intera giornata. Lo faccio ben volentieri e la fiducia dei cittadini non ha valore né prezzo. Tuttavia, per quanto mi riguarda, farei fatica a diminuirmi ulteriormente questa indennità. Visto il ruolo, la fatica e gli impegni che debbo sostenere, la ritengo congrua».

Da una primo sondaggio, dunque, il provvedimento resuscitato non avrebbe lungo corso. Dunque, a pagare la crisi ci devono pensare i cittadini. Come ricorda Radica quando rammenta l'aumento che la Provincia ha deciso sulla tassa di assicurazione per la responsabilità civile auto, passata dal 12,5 per cento al 16%. «Questo in forza di quel federalismo fiscale che», conclude l'esponente del Pd, «doveva portare più efficienza e meno tasse, invece moltiplica gli enti esattori e il prelievo fiscale. Nel caso della Rc auto, poi, senza fare distinzione tra chi ha reddito elevato e chi no». (s.b.)

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