Pupillo: città trasformata e nuova classe dirigente 

Il sindaco: «Chiuso un anno difficile, dal bilancio risorse per aiutare i residenti» Ora gli ultimi mesi di mandato: «La mia squadra ha funzionato, va confermata»

LANCIANO. Un anno difficilissimo, con il flagello del Covid-19 ad abbattersi su vite umane ed economia e la necessità di dare risposte concrete nell’immediato, una sfida che, per il sindaco Mario Pupillo, la sua squadra di governo «ha vinto». Si è aperta con un pensiero alle vittime del coronavirus la conferenza di bilancio del 2020 indetta dal primo cittadino.
BILANCIO IN PIENA PANDEMIA «Abbiamo cercato di fare oltre il nostro dovere per attenuare il disagio alle famiglie e per fare questo serviva approvare il bilancio di previsione 2020-2022 per liberare delle economie necessarie di cui poi abbiamo avuto estremo bisogno», ricorda Pupillo. Erano giorni drammatici quelli di marzo scorso. Il consiglio comunale in presenza in piena pandemia e durante il lockdown imposto dal governo era stato disertato da tutta la minoranza che nei giorni precedenti aveva scritto al prefetto per sospendere o annullare la convocazione. «Senza quel bilancio», rimarca Pupillo, «non avremmo potuto programmare i buoni commercio, la riorganizzazione degli istituti scolastici in base alle norme anti-Covid, gli aiuti alle famiglie. E grazie alla gestione oculata delle risorse siamo riusciti a spalmare 290mila euro sulle tariffe Tari per ridurre la tassa a decine di categorie commerciali».
LE OPERE Pupillo parla di opere immateriali e materiali. Tra le prime annovera EcoLan spa, «una realtà virtuosa composta da 71 sindaci soci e 300 dipendenti di cui andiamo orgogliosi. La vittoria al Consiglio di Stato (in seguito a un ricorso della Rieco, ndc) conferma che la nostra è stata una scelta lungimirante fatta per il territorio». Ancora, c’è il salvataggio della Fiera («i libri contabili stavano per essere riconsegnati in tribunale», ricorda il primo cittadino); la vicenda del Palazzo 900 che, dopo un contenzioso di decenni, vede l’affidamento dello stabile al Comune per utilizzarlo come uffici pubblici; la riacquisizione del mercato coperto; lo studio sul dissesto idrogeologico del centro storico («la Regione si prepari, serviranno finanziamenti ingenti per salvare uno dei più bei centri storici d’Abruzzo»). Tra le opere materiali Pupillo ricorda i 700mila euro (solo per l’anno 2020) destinati all’edilizia scolastica; la manutenzione delle strade; i 6 milioni di euro per il cimitero che presto vedrà una chiesa monumentale a guardia dell’ipogeo; l’avvio della bonifica della discarica di Serre, bomba ecologica da oltre vent’anni; corso Trento e Trieste e il nascituro Parco Valente «che hanno trasformato questa città».
L’EREDITÁ POLITICA «Sono fiero, nel mio ultimo anno di mandato», dice il sindaco, «di aver percorso un viaggio straordinario in una delle assemblee civiche più stabili d’Abruzzo che, pur attraversando momenti difficili, ha sempre agito come un’unica squadra per il bene dei cittadini». Pupillo rimarca di aver costruito una classe dirigente in cui i più giovani (Leo Marongiu, Marusca Miscia, Dora Bendotti, Giulia Di Martino, Angelo Laccisaglia, ndc), «hanno saputo liberare energie grazie alla saggezza dei più anziani» e si commuove ricordando l’ex vicesindaco Pino Valente che partecipò nel 2016 con lui alle primarie: «È stato straordinario, non era da tutti mettersi a tal punto in gioco. E dopo la sconfitta è rimasto da subito al mio fianco». Pupillo non ha un “delfino” da consegnare alle imminenti amministrative: «Sono tutti figli miei», conclude citando un’opera teatrale di Arthur Miller, «tocca a loro designare un successore. Io farò di tutto per confermare questo assetto. Le primarie? Sono uno strumento a me tanto caro, ma se si trova la quadra prima, se ne può anche fare a meno».
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