Residence alla Marina, confermato il sequestro

La Cassazione accoglie il ricorso della Procura sulle villette realizzate al mare Avviso di conclusione delle indagini per impresa e dirigenti comunali

VASTO. La notizia era nell’aria da qualche giorno e ieri mattina è stata confermata dal procuratore capo di Vasto, Francesco Prete. I giudici della Corte di Cassazione hanno accolto le richieste della Procura vastese, annullato il dissequestro di una quindicina di appartamenti del residence Molino Village sequestrato il 7 gennaio 2013 e rimandato gli atti al tribunale del Riesame per rivedere le posizioni.

Nel frattempo la Procura vastese ha stralciato la posizione dei responsabili dell’impresa che ha realizzato il complesso edilizio e quella dei dirigenti comunali che rilasciarono i permessi edificatori. I titolari del cantiere e alcuni funzionari comunali hanno ricevuto lo scorso fine settimana la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini. Il reato ipotizzato è l’abuso edilizio.

In particolare la magistratura contesta l’aggiramento dei vincoli normativi e la realizzazione di residenze private in aree vincolate e destinate ad altro scopo. Nei pasticci sono finiti i funzionari che concessero i pareri favorevoli e i permessi a costruire in contrasto con il piano di lottizzazione approvato dal consiglio comunale di Vasto nel 2007.

Il complesso immobiliare è formato da 120 appartamenti spalmati su due ettari di terreno e un fabbricato ancora in costruzione ritenuto irregolare dal punto di vista urbanistico. Secondo il procuratore Francesco Prete, sarebbe stato realizzato in violazione di un vincolo che destinava l’area a ridosso del mare alle sole strutture turistico-ricettive. Le indagini sono state condotte dai carabinieri e portate avanti con l’ausilio di un tecnico consulente.

A fine gennaio i giudici del tribunale del riesame accolsero la richiesta di dissequestro presentata dagli avvocati Arnaldo Tascione e Giuliano Milia per conto di una quindicina di proprietari di altrettanti appartamenti riconoscendo la buona fede delle famiglie che avrebbero ignorato i vincoli. La decisione fu impugnata dalla Procura di Vasto e la Cassazione ha dato ragione al procuratore Prete, annullando la sentenza nella parte in cui dissequestrava i beni. La suprema Corte ha quindi riconsegnato gli atti ai giudici teatini.

La posizione degli acquirenti dovrà essere rivalutata. Gli avvocati Tascione e Milia sono fiduciosi. Per il momento non si sbilanciano.

Nel frattempo in città diverse imprese a cui sono stati sequestrati i cantieri stanno valutando se seguire o meno il filone giurisprudenziale avviato dall’avvocato Rosario Di Giacomo per conto dell’impressa Paglione che ha deciso di costituirsi parte civile contro il dirigente del settore urbanistica chiamando il Comune a rispondere civilmente per l’operato del proprio dipendente.

Paola Calvano

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