Riabilitazione, al San Stefar non c’è posto

I responsabili della struttura: «Da maggio non prendiamo più pazienti, oltre 250 in lista di attesa»

LANCIANO. Nell’autorizzazione alle cure rilasciata dall’Unità di valutazione multidimensionale del distretto sanitario è racchiusa tanta speranza, la voglia di iniziare a curarsi, a fare le terapie che permettano di alleviare la sofferenza, la malattia. Ma la speranza si infrange una volta varcata la soglia dei centri di riabilitazione accreditati dalla Regione che offrono le cure. Non ci sono posti e fare le terapie è un sogno.

E così, quella carta dell’Uvm resta senza valore: carta straccia. E sono in tanti da averla quella carta, quasi trecento persone di cui 100 bambini. Tra queste anche la nonna di una bimba di 6 mesi che a causa di una malattia ha bisogno di cure a cui non può accedere perché non ci sono posti disponili nei centri. Quella nonna ha iniziato così una battaglia per aiutare le tante persone in difficoltà, come la nipote, affinchè possano accedere a cure fondamentali e affinchè non ricevano più dei “no, mi dispiace non c’è posto” che pesano come macigni sul cuore.

«Siamo costretti a dire tanti no», spiegano Nino D’Eramo e Filippo Zulli, rispettivamente responsabile e direttore medico del San Stefar di Lanciano, uno dei centri più grandi della società San Stefar Abruzzo che gestisce 16 strutture per la fisioterapia e non solo, in regione. «Facciamo il possibile», riprendono i responsabili, «e anche di più. Abbiamo costantemente in cura circa 450 pazienti. Da gennaio a oggi siamo riusciti a far girare almeno 350 pazienti. Ma da maggio siamo fermi. Non abbiamo posti e le liste di attesa si allungano fino a oltre 250 persone. E tra questi ci sono pazienti ineludibili che devono fare le terapie per forza nei centri come il nostro. Purtroppo il fabbisogno di cure in questa zona è sottostimato rispetto alle necessità e come se non bastasse ci troviamo a fare i conti con il taglio dei budget dalla Regione che porterà a tagli sui pazienti».

A giorni si saprà a quanto ammonterà il taglio del budget da parte del commissario all sanità, Gianni Chiodi. Si parla del 10-12% per il San Stefar. «Ma non sappiamo da quando parte il taglio», spiega D’Eramo, «se da luglio, come si dice, o da gennaio. Se fosse da gennaio saremmo già fuori budget e non potremmo prendere alcun paziente fino alla fine dell’anno. Se sarà da luglio avremo di fronte due scelte: tagliare il 10% dei pazienti o mantenerli tutti ma riducendo loro le prestazioni del 10%».

Di certo ci saranno altri tagli. Altri “no” da dire, nonostante il via libera dell’Uvm e nonostante il centro assicuri circa 100 prestazioni giornaliere. «Non c’è criterio che regga per accogliere altri pazienti fino a gennaio: nè cronologico né clinico, le scelte sono bloccate», riprende Zulli. «E siamo impotenti di fronte a coloro che già nella difficoltà arrivano a chiedere aiuto e siamo costretti a rispondere che richiameremo quando ci sarà disponibilità». A far lievitare le liste di attesa ha contribuito anche la rimodulazione delle Adi da parte della Asl che ha riversato centinaia di pazienti nei centri accreditati per la riabilitazione.

Teresa Di Rocco

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