Riparte la mensa dopo due mesi, controlli sui pasti per 1.500 alunni 

Dopo la revoca, l’appalto riaffidato alla Ladisa fino al prossimo mese di marzo: affare da 600mila euro Una commissione apposita pronta a verificare la qualità dei cibi serviti e il rispetto delle diete speciali

CHIETI. Tutto pronto per la ripartenza della mensa scolastica da lunedì prossimo: stop ai panini per i bambini. A pochi giorni dalle vacanze di Natale e due mesi dopo l’inizio fissato per lo scorso 4 ottobre, tornano i 1.500 pasti nelle scuole a tempo pieno della città. A bloccare il servizio è stato un provvedimento del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva da parte dell’ex gestore, la ditta Ladisa, arrivata terza alla gara bandita dal Comune. L’amministrazione, che aveva chiuso il rapporto con la Ladisa in maniera non buona, ha deciso però di riaffidare alla stessa ditta il servizio, seguendo gli indirizzi dei giudici amministrativi. La decisione è arrivata ufficialmente con una determina a firma del segretario generale Celestina Labbadia. Lo scorso 29 novembre, il segretario comunale ha revocato la procedura negoziata che il Comune aveva avviato per cercare un nuovo gestore e ha assegnato il servizio alla ditta di Bari «fino», si legge nel documento, «alla decisione del giudizio di merito dinanzi al Tar fissato per l’11 marzo prossimo». Il servizio viene concesso alle stesse condizioni del vecchio appalto, «in regime di proroga, ai medesimi patti, prezzi e condizioni», questo fa sì che non vi siano cambiamenti di tariffe per le famiglie. L’affidamento è fatto al costo di 604.648 euro (di cui 129.164 euro per dicembre e 475.484 euro fino a marzo).
L’appalto di refezione scolastica è il più grande appalto che la nuova amministrazione si sia trovata sinora a gestire. Insediatasi a ottobre del 2020, l’amministrazione si è subito trovata di fronte una ripartenza del servizio mensa piena di disservizi. Di fronte alle lamentele delle famiglie e con un appalto ormai abbondantemente scaduto, andato avanti a suon di proroghe, il Comune ha cercato di fare subito una gara d’appalto, assegnando il servizio a un nuovo raggruppamento d’imprese. Il ricorso al Tar, però, ha sospeso l’appalto, facendo vivere due mesi di gravi disagi sia alle famiglie che all’amministrazione. Per uscire dall’impasse, si è deciso di tornare a riaffidare il servizio alla Ladisa, che pure il Comune aveva messo in mora e aveva multato con l’applicazione di una penale per oltre 4mila euro a seguito di svariate inadempienze.
«La ditta Ladisa», dice l’assessore alla pubblica istruzione Teresa Giammarino, «ci ha assicurato che il servizio sarà adeguato agli standard richiesti e noi verificheremo attraverso le prerogative specifiche della commissione mensa. Come Comune siamo pronti a riattivare la commissione che ha lo specifico compito di controllare il servizio. La commissione, che ha al suo interno anche i rappresentanti dei genitori, è lo strumento più adatto visto che i suoi componenti possono anche andare nei vari plessi scolastici e assaggiare il cibo. Vigileremo soprattutto sulle diete speciali degli scolari».