Roccamontepiano, profughi al lavoro per ripagare l'accoglienza

Sono 24 e sono ospiti del centro di prima accoglienza: lavorano per Il Comune, si guadagnano da vivere e si ambientano in Abruzzo

ROCCAMONTEPIANO. Lavorare per integrarsi nella comunità. A Roccamontepiano 24 profughi, accolti già da qualche mese in paese ed ospiti del centro di prima accoglienza gestito dal Consorzio Matrix presso “L’Ostello, l’asilo”, svolgono mansioni di pubblica utilità che li aiutano ad ambientarsi nella società.

Dopo la festa di benvenuto organizzata al loro arrivo dalla pro loco giovani e da altre associazioni, ecco dunque una nuova iniziativa. Il piccolo centro teatino è uno dei primi Comuni abruzzesi ad attuare questa formula con i profughi scappati dai loro i Paesi in cerca di una vita migliore. Tinteggiano edifici pubblici, puliscono cunette, fanno in pratica gli stessi lavori che svolgono gli operai comunali, con la differenza che il loro operato è a titolo gratuito. Roccamontepiano trae ovviamente beneficio dal servizio svolto dai "nuovi amici" del paese, ma lo stesso vale per i profughi che così sono tenuti impegnati durante la giornata e viene favorita l'interazione con la popolazione locale. L'idea nasce da una convenzione firmata tra il Comune, il consorzio Matrix e la prefettura. Gli immigrati sono stati assicurati proprio dal Consorzio Matrix per eventuali incidenti sul luogo di lavoro. «Con questa attività dimostriamo alla cittadinanza che i ragazzi che accogliamo nel nostro paese si danno da fare, sono brave persone, educate e si stanno integrando benissimo», spiega il sindaco Orlando Donatucci, «siamo orgogliosi di come si stanno comportando. Eravamo convinti prima e siamo ancora più convinti oggi che bisogna dare una chance a questi ragazzi per una vita migliore».

I profughi sono per lo più di origine africana, ma provengono anche da Stati come l'Afghanistan, e sono tutti molto giovani tra i venti e i trent'anni. «Hanno già fatto amicizia con i ragazzi di Roccamontepiano», aggiunge il consigliere comunale Adamo Carulli, «alcuni addirittura frequentano la pugilistica Diodato che, oltre a Chieti, si trova anche qui. Si è creato dunque un ottimo sistema di integrazione, dopo qualche diffidenza iniziale della popolazione». (a.s.)