Scoperta la casa dello spaccio: la cocaina dietro una mattonella

Arrestato il 51enne Tommaso Tascini, indagate altre dieci persone tra collaboratori e sentinelle Inguaiati anche dalle intercettazioni, i clienti presi con le dosi nascoste in bocca. La droga dalla Puglia
ORTONA. La sua casa, in via Ruella Petrilli, era diventata una centrale dello spaccio. Con tanto di nascondiglio della cocaina ricavato dietro una mattonella del rivestimento della cucina. Tommaso Tascini, 51 anni, è stato arrestato dai carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Ortona: ora si trova ai domiciliari.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal giudice Maurizio Sacco che, applicando per la prima volta nel Chietino la legge Nordio, lunedì scorso aveva interrogato preventivamente l’indagato, difeso dall’avvocato Rocco Giancristofaro. Il pubblico ministero Giuseppe Falasca aveva chiesto il carcere. Le manette scattate due pomeriggi fa sono l’epilogo di un’indagine che, tra febbraio 2023 e lo scorso maggio, ha alzato il velo sull’allarmante diffusione di cocaina nel territorio ortonese: cinque persone sono state denunciate a piede libero per spaccio, altre cinque sono finite nei guai per favoreggiamento e 28 sono state segnalate alla prefettura per aver assunto sostanze stupefacenti (verrà loro ritirata la patente di guida). Complessivamente, sono ben 40 i capi d’accusa. Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati in totale circa 300 grammi di droga: i clienti, nel tentativo di non farsi scoprire dagli investigatori, erano soliti nascondere le dosi in bocca.
Al vertice della rete dello spaccio c’era Tascini. I suoi complici più fidati sono risultati un’operatrice sanitaria e un vicino di casa, che custodivano per lui lo stupefacente e, di tanto in tanto, lo recapitavano al 51enne, il quale si occupava poi di venderlo a chi si presentava in via Ruella Petrilli. Lo scorso marzo l’operatrice sanitaria di cui sopra, 37 anni, era stata arrestata in flagranza di reato, ovvero con la cocaina nel reggiseno e a casa. L’arrivo dei clienti – come hanno svelato le intercettazioni – era preceduto da brevissime telefonate, anche di appena dieci secondi, più o meno tutte dello stesso tenore.
«Ci sei?», «Posso venire a salutarti?», chiedevano i clienti, tra cui più di una donna. «Sto a casa», «Puoi passare», replicava Tascini. In altri casi, invece, le risposte apparivano fuori contesto. Ma che quelle veloci visite nell’abitazione dello spacciatore fossero finalizzate alla cessione di droga lo hanno confermato gli esiti dei pedinamenti conclusi con il sequestro delle dosi. Alcuni dei consumatori utilizzavano parole in codice per parlare della cocaina, che diventava anche «diesel».
Il principale indagato ha addirittura predisposto un consolidato sistema per evitare “intrusioni” delle forze dell’ordine. Più di un cliente, infatti, si è trasformato in sentinella e ha segnalato a Tascini la probabile presenza di auto civetta dei carabinieri nel timore di perdere quell’inesauribile fonte di approvvigionamento di cocaina. Gli investigatori hanno scoperto anche uno dei fornitori di Tascini, un uomo di San Savero. Al termine delle indagini, nel corso di una perquisizione in via Ruella Petrilli, i carabinieri hanno scoperto il punto preciso dell’abitazione in cui lo spacciatore nascondeva la droga (al momento del blitz ce n’era poco più di un grammo), ma anche un bilancino di precisione – ancora sporco di cocaina – occultato sotto il piano cottura della cucina.
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