Scuole dismesse, il caso è politico

9 Novembre 2024

Atessa. FI e Comitati civici: che ne sarà degli edifici con il nuovo polo dell’infanzia?

ATESSA. Con l'avanzamento dei lavori per la realizzazione del nuovo polo dell'infanzia, che sorgerà nell'area dell'ex gru di Piazzano (struttura finanziata con fondi Pnrr), il circolo cittadino di Forza Italia e i Comitati civici Atessa pongono all'attenzione dell'amministrazione comunale un quesito: quale sarà la riconversione delle strutture scolastiche che si andranno a liberare con il completamento dell'opera?
«In un periodo in cui le risorse economiche sono limitate e le esigenze della comunità sono molteplici, ci chiediamo», affermano in una nota congiunta, «se sia stata effettuata una accurata programmazione sulla riqualificazione degli immobili attualmente in uso. Siamo seriamente preoccupati che la transizione verso il nuovo polo dell'infanzia, possa lasciare numerose strutture scolastiche in uno stato di abbandono, contribuendo, così, a un evidente spreco di risorse pubbliche investite dalle precedenti amministrazioni per l'adeguamento e la messa a norma di quelle infrastrutture».
Il costruendo polo dell’infanzia - la conclusione è prevista per maggio 2025 e 3 milioni di euro è l’importo per la sua realizzazione - si svilupperà su due livelli e sarà destinato a 120 bambini da 0 a 6 anni e comprende asilo nido e scuola materna. Lo spazio esterno sarà articolato in giardini e terrazzi destinati alle attività ricreative, il piano terra è diviso in cinque spazi distinti e al piano superiore, aula magna e uffici segreteria.
«Chiediamo», conclude la nota del circolo cittadino di Forza Italia e dei Comitati civici Atessa all’amministrazione comunale, «di informare sin d'ora la cittadinanza su quali siano le strutture scolastiche coinvolte da questa riorganizzazione e i relativi piani per la loro riconversione. È essenziale, infatti, che in un momento così delicato e strategico, ogni decisione venga presa con la massima responsabilità e trasparenza, nell'interesse della collettività e con un attento utilizzo delle risorse pubbliche, così da garantire che gli immobili liberati siano effettivamente valorizzate e riutilizzate in modo utile e sostenibile».
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