Lanciano

Sequestrati beni per oltre tre milioni di euro: “l’operazione mattatoio” della guardia di finanza di Lanciano

5 Giugno 2025

Beni per oltre 3 milioni di euro sono stati sequestrati dal Comando Provinciale della Guardia di finanza di Chieti al termine delle indagini svolte nell’ambito dell’operazione “Mattatoio”

LANCIANO. Tre persone, un abruzzese e due campani, padre e figlio da anni residenti a Lanciano, sono indagati, a vario titolo, per emissione e presentazione di dichiarazione fraudolenta mediante fatture relative ad operazioni inesistenti. In particolare, i finanzieri della Compagnia Lanciano, coordinati dal capitano Domenico Siravo, hanno condotto un’indagine, su delega del sostituto procuratore della Repubblica di Lanciano, Miriana Greco, volta a reprimere il fenomeno della somministrazione abusiva di manodopera attraverso il ricorso a contratti d’appalto irregolari. In tale contesto, è stato accertato e ricostruito un sofisticato sistema di frode perpetrato da un’azienda che opera nel settore della macellazione, trasformazione e commercio di carni, che sistematicamente si è servita di maestranze fornite da una cooperativa e da due società a responsabilità limitata, beneficiando di fatture rivelatesi inesistenti.

I finanzieri, hanno constatato come la gestione e l’impiego del personale fossero sempre state in capo all’impresa committente e le relative retribuzioni inadeguate. Oltre 50 i lavoratori impiegati come addetti alle pulizie, anziché con la qualifica di macellai, per i quali su ogni busta paga la società risparmiava dai 300 ai 400 euro mensili. Maestranze dell’interland di Lanciano con una presenza significativa di romeni. Su tale ultimo aspetto, sono risultate coinvolte anche le società fornitrici dei servizi di manodopera che hanno metodicamente omesso gli adempimenti di natura fiscale e contributiva per un ammontare di circa cinque milioni di euro. Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria, le Fiamme Gialle frentane hanno requisito beni immobili, terreni, disponibilità finanziarie, quote societarie, fondi di investimento e risparmio nella titolarità degli indagati, fino alla concorrenza di 3.359.513,09 euro.

Il sequestro preventivo è stato disposto dal Gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa ed ha riguardato l’illecito profitto conseguito, consistente nell’indebita detrazione dell’Iva e nel risparmio ai fini dell’Ires derivanti dall’emissione e dall’utilizzo di fatture false. “L’azione della Guardia di finanza è orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le loro declinazioni- dice il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, colonnello Michele Iadarola – anche con riferimento a quei fenomeni di illecita somministrazione di manodopera, talvolta associati a forme di sfruttamento dei lavoratori”.