Sider, Tecnotubi si ritira Salta la riconversione

6 Giugno 2014

L’azienda bresciana non è più interessata allo stabilimento di Punta Penna e acquista una società di Torino. Duro colpo per cinquanta lavoratori

VASTO. Ancora una volta il sogno della riconversione è scoppiato come un bolla di sapone lasciando l’amaro in bocca a tante famiglie che per mesi avevano sperato nella fine della loro odissea. La Tecnotubi di Brescia non è più interessata alla Sider Vasto. L’azienda lombarda ha rivolto altrove la propria attenzione e alla fabbrica abruzzese ha preferito un’azienda siderurgica piemontese, la Alessio tubi. Un duro colpo per i 50 lavoratori della Sider che vanno così ad aggiungersi all’esercito di operai che da anni aspettano ipotetiche riconversioni che non arrivano. Perché la verità è che il Vastese sembra non interessare più a nessuno. Ai ripetuti e decantati «auspici» di politici e istituzioni, sono seguite solo amare delusioni. Migliaia di lavoratori aspettano di essere ricollocati ma la soluzione appare una chimera.

Sider Vasto. Un anno fa, dopo una manifestazione davanti ai cancelli della fabbrica di Punta Penna, erano arrivate le promesse della Regione. Dopo qualche settimana è spuntata all’orizzonte la Tecnotubi di Brescia. L’azienda pare fosse davvero intenzionata ad acquistare la Sider. Lo ha ripetuto più volte. L’entusiasmo è stato frenato da una procedura di concordato preventivo. Un nodo che non è stato sciolto. Un punto interrogativo sul futuro della Sider. La risposta del tribunale non è ancora arrivata. Nel frattempo la Tecnotubi ha avuto la possibilità di rilevare la Alessio Tubi di Torino. Risultato: il prossimo 30 giugno scade la cassa integrazione in deroga e all’orizzonte dei lavoratori c’è il nulla.

Golden Lady. Non è entusiasmante neppure la situazione degli ex lavoratori della Golden Lady. Dopo due licenziamenti solo per 60 di loro ci sono possibilità di lavoro. Gli altri, per il momento, sono ancora in attesa. La Wollo non ha trovato altri acquirenti interessati. Trecento lavoratori, in gran parte donne, dopo aver trascorso l’estate 2013 sul piazzale della fabbrica della Val Sinello, aspettano ancora di tornare a lavorare. Il segretario provinciale della Fictem Cgil, Giuseppe Rucci, ha lanciato un appello al nuovo governatore della Regione, Luciano D’Alfonso. Presto per 300 persone finirà la mobilità e all’orizzonte non c’è assolutamente niente. La percentuale delle donne senza lavoro nel Vastese è salita al 35%. I sindacati continuano a sollecitare incentivi e soluzioni ma tutto tace.

Pantalonificio. Anche i dipendenti del Pantalonificio d’Abruzzo (Gruppo Canali) aspettano la riconversione. I lavoratori, protagonisti di una manifestazione di protesta a ottobre 2013, a fine anno hanno ottenuto la proroga di un anno dei contratti di solidarietà ma è evidente che non basta per dare tranquillità alle famiglie. La Wollo da mesi sta cercando di riconvertire l’azienda tessile. Fino ad oggi a Gissi non sono arrivate notizie confortanti. La crisi del Pantalonificio è iniziata nel 2011. Il 29 ottobre i lavoratori sono scesi in piazza manifestando la propria rabbia e la paura di un futuro sempre più incerto. Dopo qualche giorno sono arrivate rassicurazioni da parte della Regione. Sono trascorsi sette mesi e per il momento la situazione resta critica. La verità è che riconvertire le aziende del Vastese è sempre più difficile. È come se sul territorio si fosse spento un interruttore. «Chiediamo al nuovo presidente della Regione di riaccenderlo. Il Vastese non può morire così», chiedono i lavoratori.

Paola Calvano

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