Sovraffollamento nel carcere di Chieti, “scoppia” la sezione femminile

Delegazione nazionale delle Camere penali in visita a Madonna del Freddo per il convegno “Un giorno in galera”

CHIETI. Sovraffollamento delle carceri, ne soffre anche la casa circondariale di Madonna del Freddo. A patire il pienone nelle celle di detenzione è soprattutto la sezione femminile. Il dato emerge dal sopralluogo di una delegazione della Camera penale di Chieti e di esponenti dell’Unione delle Camere penali italiane, Ucpi, l’associazione di avvocati che ha un proprio Osservatorio carcere.

«La sezione femminile è molto affollata, con spazi molto angusti», racconta l’avvocato Manuela Deorsola, giunta dell’Ucpi, «dove si trovano fino a 9 posti letto in cella, quando a malapena ne entrerebbero due. Tuttavia le detenute stesse ci hanno detto che il personale e la direzionedel c arcere fanno un grande lavoro per cercare di superare i limiti strutturali». L’Ucpi ha già visitato 30 istituti in Italia. Sovraffollamento e carenze strutturale sono mali comuni degli istituti di pena. Alla visita di ieri a Chieti ha partecipato anche Franco Corleone, l’ex sottosegretario alla Giustizia che da tempo si batte per umanizzare il percorso rieducativo. A proposito del sistema penitenziario italiano dice: «È diventata una discarica sociale. Sul sovraffollamento delle carceri si innestano un quadro legislativo emergenziale, fenomeni come l’immigrazione e le tossicodipendenze, che suggeriscono una revisione totale del sistema della detenzione in Italia».

L'Ucpi parla anche dell'uso smodato della custodia cautelare. I numeri teatini lo confermano. In carcere su 136 detenuti, di cui 98 uomini, il 40 per cento è recluso per custodia cautelare e il 50% circa lo sono per reati di droga . Poi ci sono i limiti strutturali. «Anche qui», continua Corleone, «troviamo ancora limiti come la sala colloqui con il divisorio o pannelli di copertura, sulla sezione femminile, alle finestre con grate». Goffredo Tatozzi, presidente della Camera penale di Chieti, sottolinea: «La situazione di Madonna del Freddo è ottimale, considerata l’emergenza che regna nel resto d’Italia».

«Purtroppo quella femminile è nata come una sezione transitoria», replica Giuseppina Ruggero, direttrice della casa circondariale teatina, «per permettere il restauro della sezione di Pescara, ma poi è rimasta, perché sul Comune costiero sono state fatte scelte diverse». Ieri la circondariale ha ospitato il convegno «Un giorno in galera, riflessioni sulla vita in carcere». Tra gli interventi ci sono stati quelli del presidente del Tribunale, Geremia Spiniello, e dal procuratore della repubblica Pietro Mennini, che ha parlato di una delle piaghe più dolorose: i suicidi.

«Dagli anni ’80 al 2009», dice, «c’è stato in carcere un numero doppio di suicidi rispetto a quelli avvenuti all’esterno». Tatozzi parla di 1940 morti in carcere dal 2000 a oggi in Italia, dei quali 686 per suicidio.

Il convegno è stato moderato dall’avvocato Emanuela De Amicis, dell’Osservatorio carcere della Camera penale di Chieti, e hanno partecipato, tra gli altri, Alessandro De Federicis, responsabile nazionale Osservatorio carcere, il presidente dell’ordine degli avvocati di Chieti, Pierluigi Tenaglia, il giornalista Francesco Lopiccolo, il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Pescara, Maria Rosaria Parruti, e il commissario capo, comandante del reparto di polizia penitenziaria, Valentino Di Bartolomeo.

«Il sovraffollamento», afferma la direttrice Ruggero, «è un dato oggettivo insuperabile, che noi operatori cerchiamo con determinazione e grosso impegno di superare, riducendo i tempi di permanenza dei detenuti in cella con diverse attività intracarcerarie, un tempo inimmaginabili».

Sipo Beverelli

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