«Spese elettorali? Chi sa esca allo scoperto»

Ingiunzioni di pagamento in Comune per 641mila euro. Il sindaco: i responsabili raccontino tutto

LANCIANO. «Questo è il teatro dell’assurdo, un modo di fare politica lontanissimo anni luce dal nostro operare». Il sindaco Mario Pupillo è sconcertato e indignato dalla situazione che si è abbattuta sulle casse della sua amministrazione. Due aziende edili del Frentano hanno chiesto conto al Comune di lavori effettuati nel 2006 per un importo di oltre 641mila euro. Si tratta di chilometri di asfalto per numerose strade del comprensorio: diverse contrade, ma anche vie centralissime come via Rosato, via Del Verde, via per Fossacesia, via per Treglio. Qualcuno, nel corso dell’amministrazione dell’ex sindaco Filippo Paolini, ha ordinato una serie di interventi di riasfaltatura delle strade tra maggio e luglio del 2006, in piena campagna elettorale per le amministrative. Ma negli uffici di Palazzo di città non c’è documentazione che attesti che quei lavori siano stati effettivamente ordinati e rendicontati nei bilanci e le due ditte sono rimaste, finora, ancora con i pagamenti in sospeso.

«Abbiamo fatto opposizione ai decreti ingiuntivi arrivati», spiega Pupillo, «non è possibile in alcun modo pagare quelle somme come debiti fuori bilancio dal momento che non c’è nessuna tracciabilità di quegli interventi nelle documentazioni del Comune».

Una delle due ditte ha perso il primo ricorso, ma sta proseguendo l’iter legale. L’altra ha appena fatto emettere un decreto ingiuntivo per 375mila euro dal tribunale. «Chi ha ordinato quei lavori», fa appello il sindaco, «abbia il coraggio di parlare. Non è possibile che due ditte edili abbiano avviato lavori per importi così importanti senza che nessuno avesse ordinato quegli interventi: chi è responsabile di questa situazione abbia il coraggio di dirlo e di confrontarsi con la città e i cittadini».

Se il Comune dovesse perdere le cause avviate, si rischia che a pagare quei debiti siano i cittadini attraverso le tasse. «Un atteggiamento scellerato», critica Pupillo, «che peraltro non è un caso isolato. Ricordiamo a questo punto i lavori nella Casa di conversazione di cui non c’è documentazione in Comune e gli affidamenti di strutture comunali ad associazioni che non pagavano le proprie quote. Ci discostiamo in modo deciso e fermo da questo modo di agire e dall’utilizzo strumentale che si è fatto di quei lavori sulle strade. Interventi che avevano il solo scopo di intercettare il maggior numero di voti». (d.d.l.)

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