san salvo 

Spunta il progetto per il rilancio dell’autoporto

SAN SALVO. È costato 12 milioni di euro, ma 11 anni dopo l’inaugurazione è il simbolo del degrado e dell'abbandono. Da regno del movimento merci del Vastese, l'autoporto di San Salvo è diventato un...

SAN SALVO. È costato 12 milioni di euro, ma 11 anni dopo l’inaugurazione è il simbolo del degrado e dell'abbandono. Da regno del movimento merci del Vastese, l'autoporto di San Salvo è diventato un luogo triste e sporco. Danneggiato e insozzato da senzatetto e incivili, l'autoporto è stato più volte al centro di proteste e appelli. Ora pare che la Regione abbia deciso di mettere fine al degrado della struttura che, per la sua posizione strategica, avrebbe dovuto costituire una infrastruttura nevralgica a sostegno della crescita e dello sviluppo economico del comprensorio Vastese.
Il consigliere regionale della Lega, Manuele Marcovecchio, sta valutando la fattibilità di un progetto che dovrebbe recuperare la struttura e l'intera zona in cui è stato realizzato. L'autoporto dovrebbe tornare ad essere un anello importante della ripresa economica del territorio. Industriali e pendolari si augurano che il progetto vada a buon fine. Dal settembre 2008, il Consorzio industriale di Vasto non ha più alcuna competenza sulla struttura. Da 11 anni l’Autoporto è stato consegnato alla Regione. Ed è proprio la Regione che sta cercando ora una soluzione per recuperare il faraonico impianto ed eliminare uno dei ritrovi di balordi e sbandati. Qualche anno fa era spuntata la possibilità di affidare la gestione dell'autoporto ad una società mista, pubblico-privata. Ma di questa eventualità si sono perse le tracce, mentre si sono moltiplicati raid vandalici e furti. Nonostante i ripetuti solleciti di operatori economici, autotrasportatori ed ex sindaci, l'ex governo regionale guidato da Luciano D'Alfonso non si e’ mosso. La giunta di Marco Marsilio ha ripreso in mano la questione dell'impianto di San Salvo insieme a quello di Roseto. Ovviamente il vecchio progetto, risalente a 20 anni fa, ormai è superato.
L’idea che il consigliere regionale Manuele Marcovecchio sta valutando con il sindaco Tiziana Magnacca è più adeguata ai tempi e alle necessità del territorio. Forse quella che è stata definita una cattedrale nel deserto, nonché esempio di sperpero di denaro pubblico, presto potrebbe avere una destinazione decorosa. La speranza è che la Regione, raggiunga questa volta l'obiettivo e permetta l'utilizzo di una costosa opera pubblica mai entrata in funzione.(p.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .