Supermercati in difficoltà: mancano le bibite gassate 

Scarseggia l’anidride carbonica necessaria per l’acqua frizzante e le bevande E i produttori spiegano: non riusciamo a reperirla e i costi di trasporto sono alti

CHIETI. Acqua frizzante e bevande gassate in bottiglia scarseggiano sugli scaffali dei supermercati: il caro energia mette a rischio gli approvvigionamenti di Co2, ovvero l’anidride carbonica utilizzata per le tanto amate bollicine nelle bevande: «Stiamo avendo problemi di disponibilità di acqua frizzante, leggermente frizzante e bibite», si legge scritto negli avvisi alla clientela che i negozi attaccano sugli scaffali semivuoti. «Ma anche l’acqua effervescente naturale inizia ad essere un problema», lamenta un responsabile di un punto vendita di Chieti alta. I problemi, spiegano i dipendenti dei negozi, sono iniziati già da qualche mese quando gli stabilimenti produttori hanno cominciato a non consegnare puntualmente le bevande. «Prima gli scarichi erano ogni settimana», racconta la referente di un negozio teatino, «ora saltano spesso le consegne e i nostri scaffali sono quasi vuoti».
I PRODUTTORI IN CRISI
Ma ad essere in difficoltà sono anche gli stabilimenti produttori di acqua e bibite. «Ci sono problemi di approvvigionamento», dice Pierluigi Vivarini, direttore dello stabilimento della Gran Guizza a Popoli che rifornisce molti scaffali di Chieti, «produciamo meno pezzi». Tra costi della produzione industriale e trasporto oggi le spese per avere l’anidride carbonica sono altissime: «La Co2 richiede un dispendio energetico che è insostenibile», spiega il segretario generale Fai Cisl del settore agroalimentare Abruzzo-Molise, Franco Pescara, «i costi di produzione superano quelli del guadagno». E i problemi continuano anche nell’imballaggio delle bevande: «Ci sono difficoltà anche nel reperire tappi ed etichette», avverte Pescara. Di fronte al periodo di difficoltà, lo stabilimento di bevande a Popoli ha dovuto necessariamente fare dei tagli e ridurre alcuni turni lavorativi. «Stiamo tamponando dove possiamo», prosegue Pescara, «per ora abbiamo cercato di dare qualche giornata di ferie in più e di essere flessibili con gli orari», e avverte, «se la situazione non cambia ci saranno dei problemi». Tiene duro lo stabilimento Spumador, del gruppo Refresco, a Sulmona, che rifornisce diversi supermercati teatini. «Cerchiamo di gestire al meglio la situazione ma per adesso non abbiamo ridotto la produzione», afferma Tullio Tiozzo, direttore di produzione delle operazioni strategiche dell’azienda, «ma gli approvvigionamenti di anidride carbonica mancano in tutti i settori», prosegue. Infatti, l’anidride carbonica non viene adoperata solo negli stabilimenti di acqua e bevande gassate, ma anche in altri settori come quello alimentare (ad esempio, per limitare la crescita di batteri e muffe o per la surgelazione), o in quello industriale. Anche il settore medico sanitario necessità di anidride carbonica per alcuni interventi chirurgici e diagnostici e di fronte ad un’emergenza di approvvigionamento il direttore dello stabilimento Gran Guizza, Vivarini, spiega: «Preferiamo ridurre la nostra produzione e indirizzarla alla sanità». «I fornitori non danno soluzioni che tranquillizzano», spiega Tiozzo. «Non so come le fabbriche riusciranno ad andare avanti», afferma Pescara che si appella alle istituzioni e chiede «qualcosa di concreto perché c’è troppo immobilismo che non porta ad una soluzione per il momento».
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