ORTONA

Sversamento di gasolio in mare, sanzionati tre armatori

Un diportista segnala la presenza di macchie di idrocarburi. Controlli della capitaneria: diffida e multe fino a 15mila euro per i proprietari dei pescherecci 

ORTONA. Tre armatori sono stati sanzionati per aver sversato gasolio nel porto. A seguito della segnalazione dello scorso 20 febbraio, con la quale un diportista, in fase di rientro in porto, ha prontamente comunicato la presenza di macchie di idrocarburi ed iridescenze all'interno del bacino portuale, la capitaneria di porto di Ortona ha avviato i controlli nell'ambito del piano operativo antinquinamento locale. Tale piano prevede che l’autorità marittima nella cui area di competenza si verifichi l’inquinamento o la minaccia di inquinamento, ponga in essere tutte le misure necessarie, allo scopo di prevenire od eliminare gli effetti inquinanti ovvero attenuarli qualora risultasse tecnicamente impossibile eliminarli.

Nell'immediatezza della segnalazione, il Nucleo operativo di polizia ambientale, coordinato dalla sala operativa della capitaneria di porto, con il supporto della motovedetta CP 885, ha avviato un controllo capillare per risalire alle possibili cause dello sversamento, con verifiche mirate direttamente a bordo di tutte le unità navali presenti in porto. In modo particolare l'attenzione è stata rivolta alle unità da pesca che in quel momento erano ormeggiate alla banchina commerciale del porto di Ortona. Sono stati individuati tre pescherecci che, nonostante la sosta inoperosa in porto, stavano procedendo all'utilizzo dell'impianto di smaltimento delle acque di sentina, acqua formata da infiltrazioni di acqua marina, olio combustibile e olio lubrificante e dallo scarico derivante dai vari processi di depurazione, contenenti anche particelle di fuliggine ed altre impurità.

Gli armatori responsabili della condotta illecita sono stati diffidati a porre in atto con immediatezza ogni azione necessaria a prevenire il pericolo d’inquinamento e ad eliminare gli effetti già prodotti sull’ambiente marino. Sono stati, altresì, prelevati dei campioni di acque di sentina da avviare ad analisi di laboratorio quale fonte di prova per le successive azioni sanzionatorie che variano da un importo minimo di 1.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.