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Tagli all’Adi Il sindaco scrive al prefetto

LANCIANO. La Asl ignora le richieste del Comune di accesso agli atti sul taglio dell’Adi (assistenza domiciliare) a oltre 700 utenti, non si occupa del caso di 300 pazienti in lista di attesa nei...

LANCIANO. La Asl ignora le richieste del Comune di accesso agli atti sul taglio dell’Adi (assistenza domiciliare) a oltre 700 utenti, non si occupa del caso di 300 pazienti in lista di attesa nei centri accreditati, come il San Stefar, per ricevere terapie di cui hanno estremo bisogno, e il sindaco, Mario Pupillo, scrive al prefetto, Fulvio Rocco De Marinis.

«Chiedo al prefetto di intervenire sui vertici aziendali», spiega il sindaco, «per porre riparo a questa grave carenza di servizi che mette in pericolo la salute dei pazienti e dei nostri cittadini. Ci sono oltre 300 persone, 100 sono bambini, in attesa di un posto nei centri accreditati per fare terapie che sono fondamentali, come attesta la Asl stessa attraverso l’unità di valutazione multidimensionale che analizza i casi e autorizza i trattamenti: i posti non ci sono e l’azienda non interviene. Ci sono poi 700 pazienti che erano in Adi che hanno subito interruzioni di cure, penalizzazioni, tanto da dover essere anche ricoverati in ospedale con costi notevoli per le casse aziendali, e disagi economici e sono anche loro in attesa di un posto dove fare le terapie. La Asl ha finora ignorato le richieste di un sindaco e di una intera città», sbotta Pupillo, «ho chiesto gli atti sull’Adi e dei 109 casi analizzati me ne hanno mandati 16. Ho chiesto l’istituzione di una commissione regionale ispettiva per l’Adi, tramite il comitato ristretto dei sindaci, e non è stata attivata. Né è stato inserito un medico indicato dal Comune nella commissione interna aziendale. Non si può andare avanti così: la Asl non garantisce i livelli essenziali di assistenza, per questo ho chiesto l’intervento del prefetto».

Teresa Di Rocco

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