atessa: il san camillo

Tagli alle attività dell’ospedale Cisas: danni in Val di Sangro

ATESSA. «La sospensione dell’attività di week surgery e day surgery in Chirurgia e Ortopedia e la razionalizzazione del personale di anestesia nell’ospedale di Atessa priva la comunità e la più...

ATESSA. «La sospensione dell’attività di week surgery e day surgery in Chirurgia e Ortopedia e la razionalizzazione del personale di anestesia nell’ospedale di Atessa priva la comunità e la più importante area industriale abruzzese della struttura sanitaria di riferimento. Non solo: temiamo che siano scelte che possano essere definitive e questo sarebbe un grave danno ai cittadini». Protesta la Cisas Sanità, rappresentata dal segretario provinciale Ginevra Nardone e dal dirigente confederale Massimo Cocciola per quanto accaduto nel presidio di Atessa, in particolare la sospensione degli interventi in Chirurgia e Ortopedia, limitatamente al periodo estivo, per spostare il personale anche a Lanciano e permettere ad esso la turnazione necessaria per usufruire delle ferie. Una decisione presa dalla direzione sanitaria aziendale che con i taglia di Atessa, per la Cisas, riesce a razionalizzare il personale medico di anestesia e può assegnare personale infermieristico ad altre sedi.

«Chiediamo alla Regione e alla Asl di modificare questo provvedimento», dice Cocciola, «per garantire servizi alla collettività e tutelare i posti di lavoro. Spesso all’accorpamento non corrisponde un miglioramento dei servizi e dei livelli essenziali di assistenza, ma è una scelta di tipo ragionieristico che trascura inevitabilmente il lato umano verso il quale ogni intervento di politica sanitaria dovrebbe sempre tendere. La Asl non prenda più a pretesto la “carenza di personale infermieristico e di supporto” da destinare ad altre sedi, per ridurre man mano l’ospedale di Atessa, fino a pochi anni fa fiore all’occhiello della Val di Sangro, a semplice distretto sanitario di base. Tutti sappiamo, come già avvenuto in passato, che a volte i provvedimenti cosiddetti temporanei costituiscono l’anticamera di azioni irreversibili e questo non deve avvenire per non penalizzare ulteriormente un’area già segnata pesantemente dalla crisi».

La Cisas rileva inoltre che queste programmazioni non vanno realizzate alla fine di giugno motivandole con le ferie del personale, ma dovrebbero essere programmate in largo anticipo. «Chiediamo infine», scrivono Nardone e Cocciola, «al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e all’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, quali sono i programmi di valorizzazione di questo ospedale, con l’auspicio che vengano prese in seria considerazione le garanzie delle persone che vivono una condizione di disagio». Disagio che vivono soprattutto quei pazienti che attendono da mesi gli interventi programmati e che li vedranno slittare ulteriormente, nonostante siano state recuperate, a Lanciano,45 sedute per 180 interventi.

Teresa Di Rocco

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