Targa per la ragazza uccisa nelle foibe. Scontro in Comune 

La Lega ricorda Norma Cossetto, l’opposizione non vota Il sindaco: fate schifo, vergogna. Di Iorio (Pd): è nervoso

CHIETI. «Le buche le aggiusteremo, ma questa vergogna sarà difficile da colmare». È scontro aperto tra il sindaco Umberto Di Primio e l’opposizione: l’ultima lite ruota intorno a una targa da piazzare in città per ricordare Norma Cossetto, studentessa istriana, figlia di un dirigente fascista, vittima della foiba di Villa Surani nel 1943 all’età di 23 anni. A lanciare la proposta di ricordare Cossetto con una targa in piazza Martiri delle foibe è stato il consigliere della Lega, Marco Di Paolo: «Il suo ricordo», recita la mozione approvata dalla maggioranza di centrodestra tra le polemiche, «rimane vivo, testimonianza di amor patrio e di sacrificio di sé, come esempio di studente universitario, eroismo e fermezza di fronte alle avversità, alle torture e alla morte». L’idea di Di Paolo – oltre a Cossetto, il consigliere ha proposto e ottenuto anche una targa per il marò Filippo Montesi da installare accanto al leone di San Marco a palazzo d’Achille – ha squarciato la monotonia di un consiglio comunale dedicato alla ratifica di una variazione di bilancio e all’adeguamento del compenso del collegio dei revisori dei conti.
L’opposizione, tra astensioni e uscite dall’aula durante la discussione, non ha partecipato al voto sulla targa per Cossetto. Una scelta che ha scatenato la reazione rabbiosa del sindaco che ha gridato alla «vergogna»: durante il consiglio, il sindaco ha detto «mi fate schifo» all’indirizzo della minoranza. Poi, ha lanciato accuse anche in un video su Facebook: «C’è chi crede ancora che ci siano martiri di serie A e serie B. Per noi non esistono differenze, perché la violenza è sempre da condannare e la democrazia è un valore di tutti. È vergognoso», dice il sindaco, «che ancora oggi ci sia qualcuno che pensi di poter attaccare la senatrice Liliana Segre e che a Chieti si possa offendere Cossetto ancora una volta, lo hanno fatto quei consiglieri astenendosi o uscendo dall’aula al momento del voto».
«L’ennesima brutta pagina politica scritta dal sindaco», rispondono Ottavio Argenio del M5S, Stefano Rispoli di Chieti punto da capo, Chiara Zappalorto del Pd, Bruno Di Paolo di Giustizia Sociale e Renata Sablone del Centro Democratico, «le vittime accertate furono più di 10mila e ci furono altri casi di donne, come le tre sorelle Radecchia, barbaramente violentate e gettate nella foiba di Terli per cui ci è sembrato riduttivo prendere posizione sulla sola Cossetto».
«Una questione di scarso rilievo per la città. Ma è proprio su queste cose che il sindaco cerca sempre protagonismo», dice Argenio, «comunque, ha recitato alla perfezione la parte dell’arrabbiato».
In consiglio scambio di accuse tra Di Primio e Alessio Di Iorio del Pd: «In questo momento», dice Di Iorio, «il sindaco appare nervoso e non si capisce perché».