«Teatro, soldi fermi nel cassetto»

Il presidente della Regione Chiodi: il Comune non ci ha dato i rendiconti

 CHIETI. Per il presidente della Regione Gianni Chiodi il nodo del mancato finanziamento al teatro Marrucino sta solo in un problema di legalità, riferito all’incuria nella gestione delle risorse da parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra. Ieri mattina il governatore dell’Abruzzo è arrivato in città al Grande Albergo Abruzzo con tutto il ghota del Pdl regionale e locale per presiedere alla conferenza stampa convocata dal centrodestra al fine di «fare chiarezza sul caso del teatro dove il centrosinistra fa bassa prograpaganda, dimostrando un livello qualitativo politico mediocre».

 Il centrosinistra attraverso il senatore Giovanni Legnini ha reclamato i fondi per il teatro per l’anno 2009 cui la Regione è obbligata dalla legge 40/2001 e senza i quali il teatro rischia di chiudere. «Intendo dire come stanno le cose anche per non mettere in crisi le relazioni tra le istituzioni». La Regione tiene al Marrucino, dice Chiodi, riconoscendo l’importanza regionale del teatro. Ma la legge 40/2001, nell’ottica di un corretto uso delle risorse, finanzia la deputazione, l’istituzione del teatro «che ora non esistono più» e non la gestione lasciata in mano a una associazione culturale come l’Arci, dice Chiodi. «I fondi per il teatro sono bloccati nel cassetto perché l’amministrazione comunale teatina», dice il presidente della Regione, «non ha fatto i rendiconti per gli anni 2006, 2007, 2008 nonostante le numerose sollecitazioni da parte della Regione».

 Alla conferenza stampa c’era l’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo che ha fatto gli onori di casa non mancando di ricordare, uscendo fuoritema, il grande deficit lasciato in Regione dal precedente governo di centrosinistra e il massiccio lavoro che sta facendo la nuova amministrazione per ripianare i debiti. «Sono un fruitore da sempre del teatro Marrucino», ha detto il senatore Fabrizio Di Stefano e quando ci vado non usufruisco mai dei biglietti omaggio.

 La legge 40/2001 è stata voluta dall’ex presidente Giovanni Pace (presente in platea accanto ai cronisti ndr), quando eravamo al Comune i contratti ai dipendenti erano per 7-8 mesi oggi li fanno appena per 4 mesi. Le stagioni teatrali sono state di grande prestigio, con un orchestra nota anche fuori confine». Apprezzamenti sono andati all’ex direttore artistico Giuseppe Rendine «obbligato ad andarsene perché con diversa propensione politica alla loro». Di Stefano ha criticato anche le scelte dell’amministrazione nel programma degli spettacoli «L’iniziativa più importante che hanno fatto è stato il Festivalbar che si è rivelato un autentico flop».

 Torna sul tecnico l’assessore alla cultura Mauro Di Dalmazio che come Chiodi imputa la non erogazione in favore del Marrucino alla mancata rendicontazione del Comune. «Ci sono due milioni di euro per il teatro Marrucino, bloccati in Regione per le inadempienze, il lassismo e la disattenzione della amministrazione comunale. La presentazione dei rendiconti non è un passaggio formale ma rappresentano una verifica che quei soldi sono stati spesi in conformità alla legge. Quale futuro per il Marrucino? E’ chiaro che non non daremo un euro se il teatro sarà una caserma».

 Per i servizi sociali, altro capitolo su cui il Pd ha fatto le rimostranze, la parola è passata all’assessore Paolo Gatti che ha sottolineato come purtroppo manchino le risorse ma come ci sia la volontà della Regione, anche coinvolgendo l’opposizione, di darsi da fare e trovare un modo per uscire dalle difficoltà. Parole di fuoco da parte di Umberto Di Primio, candidato sindaco alle prossime comunali, «la smetta l’amministrazione comunale di fare finta di fare la cenerentola anticipando la campagna elettorale. Pensi a lavorare nei pochi mesi che gli sono rimasti».