LANCIANO

«Ti prenderanno i figli dalla culla»: le minacce choc all’imprenditrice 

La 31enne, diventata mamma per la seconda volta, veniva costretta a coprire i prestiti gonfiati. Le “strozzine” inguaiate da audio, bonifici e intercettazioni  

LANCIANO . «Non dirlo a nessuno perché quelle persone non guardano in faccia a nessuno, sono capaci anche di prendere i figli dalla culla!». Era questo il tenore delle minacce indirizzate all’imprenditrice 31enne di Lanciano, da poco mamma per la seconda volta, per convincerla a rispettare il pagamento delle rate dei prestiti ricevuti, “gonfiate” da tassi usurari che arrivavano anche oltre il 4mila%. A conclusione delle indagini della polizia, sono scattati i provvedimenti cautelari per Carmela Gargano, 40 anni, Laura Ciarelli, 37, e Clelia Malvone, 30, tutte residenti a Lanciano e attualmente agli arresti domiciliari. Le tre sarebbero responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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Le ordinanze di misura cautelare, emesse dal gip Massimo Canosa su richiesta del pm Francesco Carusi, sono state eseguite martedì mattina da personale del commissariato, diretto dal vice questore Lucia D’Agostino. Alle indagini ha collaborato anche la guardia di finanza, per il calcolo dei tassi usurari applicati dalle tre indagate. “Quelle persone” citate nelle minacce rivolte alla 31enne, titolare di una ludoteca che affrontava difficoltà economiche, erano «conoscenti della malavita napoletana», e quindi della zona d’origine di due indagate. Ad essi le presunte “strozzine” dicono di rivolgersi per procurare i prestiti in denaro chiesti dall’imprenditrice. La giovane, in difficoltà per il pagamento di alcune bollette arretrate, chiede aiuto a una conoscente, Carmela Gargano (secondo la ricostruzione della polizia), per un prestito di 900 euro. Nel giro di pochi mesi, però, la somma da restituire lievita a 20.750 euro.

L’incubo dell’imprenditrice, vessata da continue richieste a sfondo estorsivo e minacciata di ritorsioni, inizia nel giugno 2021. A pochi giorni dall’erogazione della somma, Gargano comunica alla vittima che i napoletani vogliono l’immediata restituzione del prestito. «Rivogliono subito i 900 euro a causa di un imprevisto», dice l’indagata alla malcapitata imprenditrice. Poi, da settembre, inizia a pretendere la somma mensile di 1.300 euro, che la vittima non possiede. È a quel punto che la 31enne si fa prestare 10mila euro da un’altra indagata, Laura Ciarelli. Con quest’ultima l’imprenditrice concorda la restituzione della somma in 27 rate da 600 euro, di cui la giovane avrebbe pagato solo le prime tre. I soldi sarebbero stati acquisiti direttamente da Gargano a parziale copertura del debito. Alla fine, “strozzata” da un nuovo debito, la vittima si rivolge anche a Clelia Malvone, di cui conosce la «pericolosità» e che già in passato le avrebbe prestato dei soldi.

A ricostruire tutti i passaggi di denaro dall’imprenditrice alle tre indagate ci sono registrazioni audio, ricevute di pagamento, bonifici effettuati ed intercettazioni telefoniche. Sono queste a inguaiare Malvone, assistita dall’avvocato Paolo Sisti, per quanto riguarda anche l’accusa, contestata solo a lei, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gargano e Ciarelli sono difese, rispettivamente, dagli avvocati Massimiliano Baccalà e Luigi Toppeta. Le tre, incensurate, sono agli arresti domiciliari in attesa degli interrogatori di garanzia, che dovrebbero tenersi domani.

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