Traffico di rifiuti pericolosi, partito il maxi processo a Lanciano

4 Dicembre 2014

Quindici imputati per gli sversamenti nelle discariche senza trattamento. Chiesti un milione di euro per i danni

LANCIANO. Associazione a delinquere, falso documentale, truffa aggravata ai danni delle regioni Abruzzo e Puglia, frode fiscale. Ossia smaltimento di rifiuti speciali, senza averli prima trattati. È approdato al tribunale collegiale - dopo che gli atti erano stati inviati anche all’Aquila - il maxi processo che vede alla sbarra 15 imputati, relativo all’operazione “Spiderman”, dei carabinieri della Tutela ambientale e del Noe di Pescara, che, nel febbraio 2010, svelò un presunto traffico di rifiuti pericolosi che finivano illecitamente, perché non trattati, nella discarica di Cerratina, in quella Vergine di Taranto e nella Macero Maceratese di Macerata. Ieri nel processo si è costituita parte civile la Regione Abruzzo, che ha chiesto un risarcimento danni, per evasione di 454.656 euro e danni di immagine di 500mila euro. Si erano costituiti già la Regione Puglia - che non ricevette l’ecotassa per circa 30mila euro - e il Comune di Taranto. Processo aggiornato al 6 maggio 2015.

GLI IMPUTATI. A processo ci sono Giorgio Di Florio, titolare dell’omonimo impianto di trattamento a Cerratina, Anna Linda Di Paolo, titolare di Sistema 2000, Andrea Fassone, organizzatore attività smaltimento rifiuti per Sistema 2000 e Di Florio srl, Vincenzo Cocca, chimico redattore dei certificati dei rifiuti di Di Florio e Sistema, gli ex operatori della polizia provinciale Riccardo Di Mascio e Claudio Leccese. E ancora Enrico Iesari, legale rappresentate della ditta Macero Maceratese, Andrea Francesco Di Liberato, dipendente della Di Florio, Amedeo Ciampoli, dipendente della Sistema 2000, Antonio Anglano, responsabile della discarica Vergine di Taranto, Simona Romeo della Laser Lab di Chieti, Raffaello Marino addetto al laboratorio e Matteo Garbo, tecnico campionatore che avrebbero formato, secondo l’accusa, falsi certificati di analisi chimiche sui rifiuti provenienti dalla ditta Di Florio, Fiorentino Giangiordano, dipendente Ecologica Sangro e Francesco Lombardi, consulente tecnico di Di Florio e Di Paolo.

LE ACCUSE. Diverse le accuse anche se l’associazione a delinquere è contestata a Di Florio, Di Paolo, Fassone, Cocca, Leccese e Di Mascio. Assieme avrebbero commesso “traffico illecito di rifiuti attraverso manipolazioni fraudolente dei codici tipologici, falso documentale nei formulari e nei certificati analitici dei rifiuti, falso documentale in atti pubblici, truffa aggravata ai danni delle Regioni Abruzzo e Puglia per l’ecotassa non pagata”. “Di Florio, Di Paolo e Fassone, promotori dell’organizzazione”, sostiene l’accusa, “attraverso la falsificazione di formulari e certificati di analisi, reso possibile dall’ausilio del personale dipendente, dagli addetti ai trasporti, dei chimici, e dei responsabili degli impianti di destinazione dei rifiuti, ricevevano ingenti quantitativi di rifiuti, li inviavano negli impianti di smaltimento o di trattamento compiacenti - Ecologica Sangro, Vergine e Macero Maceratese - senza che questi fossero stati mai trattati, mentre i certificati falsi comprovano il contrario. In questo modo si evitava di pagare l’ecotassa alla Regione, -evase 454.656euro in Abruzzo e 29.891 euro in Puglia - e soprattutto si saltava il costoso meccanismo del trattamento. Tutto questo con la complicità degli operatori della polizia provinciale Di Mascio e Leccese. Negli anni 2004/2009». Tutte accuse da dimostrare in aula, assieme alle diverse posizioni che i tanti imputati avrebbero avuto in questo sistema illecito di smaltimento rifiuti, in un processo che sarà lungo e complesso.

Teresa Di Rocco

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