Tribunale, nelle aule 100 persone invece di 25

Sovraccarichi pericolosi nonostante le precise avvertenze dei vigili del fuoco

CHIETI. Palazzo di giustizia: e la sicurezza? Le solite cinquanta udienze del giovedì in tribunale. Con decine e decine di imputati e un gran numero di testimoni. La scarsa sicurezza del palazzo di giustizia, metà del quale dichiarato inagibile dopo il tragico terremoto della notte del 6 aprile, non ha fatto cambiare i programmi al presidente del tribunale nonostante le raccomandazioni dei vigili del fuoco che hanno caldamente consigliato la presenza in aula di 25 persone, al massimo, ogni ora.

 Invece ieri mattina nell’aula delle udienze, al primo piano, come abbiamo constatato direttamente, c’erano oltre cento persone tra collegio giudicante, accusa, difesa, testimoni, avvocati, pubblico e il solito carabiniere, costretto a zittire il chiacchiericcio fuori dall’aula dove c’erano altrettante persone in attesa. Peraltro la scenogragia non era proprio edificante, considerato che molti erano seduti, alcuni “stravaccati” sulla scalinata d’accesso della corte di assise.

 Intanto, nella indifferenza generale, molti impiegati spesso sono costretti (loro malgrado) ad andare a prendere fascicoli o documenti nella parte inagibile dell’edificio, oltre i divieti con le strisce ben visibili, bianche e rosse, posti dai vigili del fuoco. Se per caso accadesse qualcosa a un impiegato sarebbero dolori (giudiziari) per tutti, anche per il diretto interessato che rischierebbe, oltre alle ferite, una denuncia per aver violato un divieto. Dolori anche per i magistrati che non hanno evitato situazioni di emergenza. Paradossale.

 E invece la sicurezza in tribunale viene ancora considerata una questione secondaria. I periti e i geologi incaricati dalla Provincia, proprietaria del grande palazzo, hanno tra l’altro accertato che le fondamenta della costruzione tra piazza San Giustino e largo Cavallerizza sono fragili perché piene di rifiuti e laterizi vari. Ci sono inoltre varie carenze denunciate anche in un documento dal personale, sia nel timore per la stabilità dei solai che per l’estrema fragilità del sistema delle uscite di sicurezza. Nulla. In un contesto di rischio costante nelle aule la giustizia viene amministrata alla presenza non di 25 persone, come richiesto espressamente dai vigili del fuoco per evitare sovraccarichi pericolosi, ma cento.

 Il sindaco Francesco Ricci, che ha firmato l’ordinanza che inibisce l’uso di metà palazzo di giustizia, sta meditando di chiudere anche l’altra metà al fine di scongiurare qualunque problema. Non c’è allarmismo nelle valutazioni del sindaco, il tribunale è precario. La soluzione provvisoria per ospitare gli uffici giudiziari a Chieti c’è, eccome: una delle caserme vuote o utilizzate solo in piccola parte o l’ex ospedale militare, ma i militari non mollano l’osso, tenacemente appesi a un passato che non tornerà più. Il sindaco ha già preso contatto con il sottosegretario al ministero della Difesa Guido Crosetto. Chieti aspetta una soluzione. (f.ci. e k.g.)