Trigno a secco, crescono i timori

Celenza. Il sindaco Di Laudo: notevoli danni alle colture, va trovata una soluzione
CELENZA SUL TRIGNO. Passano i giorni e il fiume Trigno, nel tratto che attraversa il Comune di Celenza, resta completamente asciutto. Una situazione drammatica che un mese fa è stata denunciata anche in un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Vasto. «I danni alle colture sono notevoli», afferma il sindaco di Celenza sul Trigno, Walter Di Laudo. «Va trovata una soluzione per consentire al Trigno di poter continuare ad esistere». Diversi i fattori che hanno provocato il prosciugamento del corso d'acqua. La mancanza di precipitazioni, unita al trasporto dell’acqua verso la costa e l'area industriale hanno contribuito ad asciugare un lungo tratto. Sul posto ci sono stati anche sopralluoghi delle guardie ittiche e ambientali. La fauna ittica è scomparsa. «Anche gli agricoltori lamentano danni importanti, il settore agricolo è molto preoccupato», dice il sindaco Di Laudo.
A giugno nel letto del fiume prosciugato i cittadini avevano celebrato anche il funerale del fiume. L'Arci Pesca Fisa confida nell’autorità giudiziaria. I residenti sperano che l'autunno riporti acqua nel loro fiume a cui sono legate le origini del paese. In un momento particolarmente critico e poverissimo di acqua (anche la diga di Chiauci è in sofferenza) non è certo facile trovare una soluzione. «Questo fiume però ha diritto di esistere», insiste il sindaco Di Laudo.
C'è chi spera che una soluzione arrivi dal “Contratto di fiume del Trigno”, uno strumento redatto dalle amministrazioni comunali di San Salvo, Castelguidone, Celenza sul Trigno, Cupello, Dogliola, Fresagrandinaria, Lentella, San Giovanni Lipioni, Schiavi di Abruzzo e Tufillo. L'auspicio è che dal contratto si sviluppino documenti strategici e piani di azione finalizzati alla riqualificazione e rinaturalizzazione del fiume. (p.c.)
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