Truffa sui bonus edilizi, sequestro da 13 milioni di euro all’imprenditore Sbraccia

Un nuovo guaio giudiziario per l’imprenditore 58enne Lorenzo Sbraccia (attualmente ai domiciliari), nativo di Roma ma con solide radici nel Chietino e, più in generale, in Abruzzo
CHIETI. Un sequestro da quasi 13 milioni di euro tra immobili, terreni, opere d’arte e auto. È arrivato un nuovo guaio giudiziario per l’imprenditore Lorenzo Sbraccia, 58 anni, nativo di Roma e residente nella Capitale, ma con solide radici nel Chietino e, più in generale, in Abruzzo, dove continua ad avere numerosi interessi economici e forti legami: stavolta è indagato per una presunta truffa sui fondi pubblici legati ai bonus edilizi. Sbraccia è tuttora agli arresti domiciliari per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ambito della nota inchiesta Equalize, che ha svelato l’esistenza di cyber-spie che vendevano i segreti di imprenditori, politici e vip ed erano capaci persino di hackerare un indirizzo di posta elettronica del presidente della Repubblica. L’imprenditore con il sangue abruzzese è coinvolto anche nel filone riguardante Giovanni Legnini (totalmente estraneo al maxi sequestro) per rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. L’operazione, all’alba di ieri, è scattata tra Casalincontrada, dove la famiglia di Sbraccia ha una grande tenuta, Chieti, Roma, Milano e Pescara. I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) e del Comando tutela patrimonio culturale hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Roma. Al centro dell’inchiesta c’è un’operazione di riqualificazione sismica di un complesso immobiliare a Pieve Emanuele, in provincia di Milano, per la quale la sua società romana di costruzioni avrebbe fatto ricorso agli incentivi previsti dal decreto rilancio e dal Superbonus, senza mai eseguire i lavori.
Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe maturato e utilizzato crediti fiscali ritenuti fittizi per un valore complessivo di quasi 13 milioni di euro, in parte già compensati. Le ipotesi di reato contestate vanno dalla truffa aggravata ai danni dello Stato all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, fino all’omesso versamento di somme dovute attraverso un sistema di compensazioni basato su crediti inesistenti. «Dal 2021 al 2025», scrive il giudice per le indagini preliminari Iole Morrica nel decreto di sequestro, «sono emerse numerose operazioni bancarie e negoziali compiute da Sbraccia al fine di distrarre somme di denaro e valori dal suo patrimonio personale. Pertanto, si condividono le argomentazioni del pubblico ministero in ordine all’attualità del pericolo che l’indagato possa proseguire nella trasformazione e dismissione non soltanto dei crediti fiscali già illecitamente acquisiti, ma anche dei beni e dei valori suscettibili di confisca per equivalente».
Così la procura di Milano, nell’inchiesta Equalize, aveva descritto Sbraccia: «Privo di scrupoli e ossessivamente proiettato verso l’acquisizione illecita di informazioni riservate, da usare per proteggere sé stesso e colpire i suoi nemici. Il classico affarista che si muove con disinvoltura nel sottobosco della politica e delle istituzioni, tessendo rapporti ai massimi livelli, anche nelle forze dell’ordine, per ottenere protezione e costruirsi un’immagine capace di tenerlo al riparo dalle indagini».
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