Fara Filiorum Petri: il rogo delle farchie nella notte del 16 gennaio

FARA FILIORUM PETRI

Tutto pronto per il grande falò delle farchie / VIDEO

La notte del 16 gennaio si ripete il rito del fuoco, con l'accensione degli enormi fasci di canne, che rievoca il miracolo di Sant'Antonio abate contro l'invasione dei francesi

FARA FILIORUM PETRI. Cominciato il conto alla rovescia per la festa di Sant’Antonio. A Fara Filiorum Petri (Chieti), il paese è in fermento: tutti al lavoro per preparare le grosse colonne di canne per il grande falò in programma nella notte del 16 gennaio. Le farchie sono sedici. Partecipano tutte le 13 contrade faresi. C’è anche la piccola farchia dei bambini. «Impieghiamo otto o nove giorni per costruire la nostra farchia. Ma possono bastare anche quattro o cinque giorni», dice Piero Larovere che con Gigino Fanella, Alberto Salvatore e Aldo Mancini è l’animatore della farchia di Fara centro, che si realizza nella piazza centrale del paese.

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I preparativi della farchia di Fara centro
I fasci di canne legati con i rami di salice rosso scaldati dal fuoco (video di Luciano Adriani)

Le farchie sono dei grossi fasci di canne legati ad arte, manualmente, con rami di salice rosso. Hanno una consistenza di circa 80 centimetri di diametro e circa 8 metri di lunghezza. Il mito alla base del rito è basato su un miracolo di Sant'Antonio abate, durante l'invasione francese del 1799. Secondo il racconto popolare, Sant'Antonio abate apparve alle truppe francesi, che volevano entrare a Fara, e trasformò le querce che circondavano il paese in fiamme costringendo alla fuga i soldati.

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