La palazzina teatro dell'omicidio

CHIETI

Ucciso a 40 anni, delitto irrisolto: «Niente prove contro l’indagata»

Dopo la morte del principale sospettato, scagionata dall’omicidio anche la vicina di casa della vittima

CHIETI. «Gli elementi acquisiti non sono sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio, avuto particolare riguardo al nuovo criterio della necessità di una ragionevole previsione di condanna». Scrive così il giudice Luca De Ninis accogliendo la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca per Silvia Capuzzi, teatina di 59 anni, indagata con la pesante accusa di omicidio volontario in relazione alla morte del vicino di casa Francesco Ciammaichella, il quarantenne ucciso il 9 novembre 2021 nel suo alloggio popolare di via Albanese, a Chieti, con un colpo alla testa, sferrato probabilmente con una mazza da minigolf. Resta dunque senza un colpevole il delitto dell’ex dipendente della cartiera Burgo, descritto da chi lo conosceva come un tipo taciturno e dalla ristretta cerchia relazionale.

INDAGATI SCAGIONATI Il sospettato principale, Cristian De Leonardis, 48 anni, è uscito di scena già l’11 dicembre 2022, quando è stato trovato morto nella sua abitazione, stroncato da un malore improvviso. L’uomo, attraverso l’avvocato Marco Femminella, aveva sempre negato ogni accusa, pur essendosi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm e ai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Chieti, che hanno indagato insieme al Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma. «L’interrogatorio è uno strumento di difesa. E De Leonardis non ha nulla da cui difendersi», erano state le parole del legale. Nei confronti del quarantottenne il giudice ha naturalmente dichiarato estinto il reato per «morte del reo».

La stessa procura ha scagionato la seconda indagata, Capuzzi, perché dalle indagini non sono emerse prove nei suoi confronti. La donna, assistita dall’avvocato Emanuele Calista, è stata interrogata in due circostanze dal pubblico ministero. Ed entrambe le volte ha negato categoricamente qualsiasi tipo di coinvolgimento nell’omicidio. Capuzzi, che abita nella palazzina popolare accanto a quella della vittima, è stata ascoltata in più occasioni anche per ricostruire il contesto in cui viveva Ciammaichella.

LA RICOSTRUZIONE Il pomeriggio del 10 novembre di tre anni fa, a lanciare l’allarme fu De Leonardis. I militari dell’Arma trovarono la vittima con una ferita alla testa, il corpo per metà sotto il tavolo della cucina e intorno tracce di sangue. Fin da subito il medico legale Cristian D’Ovidio ha sostenuto la tesi della morte violenta. Il movente è sempre rimasto un mistero.