Usura, timori per chi non riesce a ripartire 

Cresce il rischio del ricorso ai prestiti a strozzo. In campo la curia. Bomba (Confidimpresa): «Problemi da settembre» 

LANCIANO. Aumento della povertà con mille mani in più che hanno bussato alle porte della Caritas di Lanciano-Ortona, cassa integrazione che tarda ad arrivare, negozi e imprese che non si sa come riaprire, mutui da pagare: aumentano le difficoltà per famiglie e imprenditori in città e con queste anche il rischio di cadere nella rete dell’usura. In questo periodo per i “cravattari”, infatti, tendere la mano a chi ha bisogno è più facile come denunciato sia dal ministero dell’Interno che dall’Uiif, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia e confermato anche dalle associazioni di categoria in città.
Alla Caritas, diretta da Luigi Cuonzo, in questi mesi ha chiesto aiuto il 25% in più di persone e non solo per avere cibo, ma anche per bollette e rate di mutui e prestiti da pagare. La situazione è al limite, ma famiglie e imprese che rischiano di cadere nelle mani degli usurai non sono sole in città: ci sono la fondazione Jubilaeum della Curia di Lanciano e Confidimpresa Abruzzo che hanno fondi antiusura. La Fondazione Jubilaeum, diretta da don Antonio Di Lorenzo coadiuvato dall’avvocato Franco Ammirati e dall’ex direttore di banca Cesidio Del Duca, da 13 anni, ogni sabato, accoglie, ascolta e aiuta famiglie in difficoltà che rischiano di cadere nelle mani degli strozzini, o ci sono già, ed è tornata operativa.
«Abbiamo riaperto la settimana scorsa», dice l’avvocato Ammirati, «e abbiamo già 7 richieste di sospensione dei prestiti fatti da famiglie in cassa integrazione. Per alcuni mesi l’abbiamo accordata». La fondazione cerca di evitare che le persone in difficoltà bussino alla porta degli usurai o delle finanziarie facilitando l’accesso al credito, tramite garanzie date alle banche convenzionate e tempi più lunghi per pagare i debiti. Tempi che si allungheranno. Ma alla fondazione non possono ricorrere tutti, solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, perché per i commerciati e artigiani c’è Confidi. «Lo spettro dell’usura c’è», dice Fabrizio Bomba, presidente di Confidimpresa Abruzzo, «ma il timore è che possa esplodere a settembre, con le scadenze che ripartono. Al momento il dato più eclatante in città è che molti artigiani e commercianti non hanno riaperto le attività, parliamo di negozi di abbigliamento, pasticcerie e alcuni ristoranti, e sono impegnati a chiederci come si fa a mettere in stand-by l'attività, che è impossibile. Per ora negli uffici di via Battisti si continuano a garantire e a fare pratiche per l’accesso al credito e facciamo tante consulenze per ristrutturazioni aziendali, oltre a “tradurre” le misure e gli aiuti del governo. Il timore è che a settembre il meccanismo possa incepparsi e dare un’ulteriore spinta all’usura, che non è mai scomparsa».
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