Vandali alla villa comunale di Chieti, distrutto un muretto

Ennesimo raid notturno nell’area verde con i mattoni a terra e la ringhiera in ghisa piegata: ora è caccia ai responsabili
CHIETI. Il muretto in mattoni completamente rotto e finito a terra, la pesante ringhiera in ghisa piegata fino quasi a toccare terra. È l’ennesimo atto vandalico alla villa comunale, il principale parco cittadino, ritrovo preferito dei giovani, più volte teatro di risse, aggressioni e atti vandalici. Come quello successo la scorsa settimana, nei pressi del laghetto, dove è stato distrutto un pilastro del muro di cinta del parco pubblico, in corrispondenza della sottostante via XXIV Maggio. Una strada, quest’ultima, non solo molto trafficata ma utilizzata anche come parcheggio. I mattoni divelti, candendo da diversi metri d'altezza, avrebbero potuto colpire passanti o distruggere auto in sosta.
Sembra che i danneggiamenti siano stati fatti nella notte. Risulta una chiamata ai vigili del fuoco che, dopo il sopralluogo, hanno allertato in piena notte gli operai reperibili del Comune che hanno provveduto a transennare l’area. Ieri mattina il Comune è nuovamente intervenuto, decidendo di lasciare le transenne nella parte sottostante e di recintare e isolare meglio la parte superiore. «Vaglieremo le immagini di videosorveglianza per vedere se riusciamo a individuare i responsabili», dice la comandante della polizia locale Donatella Di Giovanni.
Alla villa comunale c’è un sistema di telecamere, ma è obsoleto e insufficiente. C’è però anche un progetto per il potenziamento della videosorveglianza. «C'è un progetto in corso», conferma la comandante, «che si avvia alla conclusione, per aumentare il numero delle telecamere alla villa comunale». Intanto il Comune si è attivato per reperire le risorse necessarie a rimettere a posto i danni. Lo ha annunciato il sindaco Diego Ferrara che, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa alla presenza di dirigenti scolastici e associazioni che si danno da fare per la città, ha dovuto ammettere con scoramento che quelle immagini di chi, al contrario dei presenti, «non amano la propria città e anzi la distruggono prendendo a calci muretti e ringhiere», gli avevano fatto molto male.
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