Vasto,perde la madre in ospedale per 12 ore

Operaio racconta: l’ho portata al Pronto soccorso, poi mi hanno detto che l’avevano dimessa e invece era ricoverata

VASTO. Dodici ore in sala d’attesa al Pronto soccorso dell’ospedale San Pio senza essere informato sulle condizioni di salute della madre. Poi, all’una di notte, la comunicazione delle dimissioni della paziente avvenute 6 ore prima. Ma non era vero. La donna, un’anziana di Scerni, in realtà era stata ricoverata in Urologia a causa di un blocco renale. «Ma non è stato semplice rintracciarla», racconta dalle pagine di Facebook il protagonista dell’incredibile vicenda: il figlio della paziente, Franco Carlucci. «Può sembrare una notizia falsa, ma vi assicuro che è vera», afferma Carlucci raccontando l’accaduto al Centro.

«Giovedì mia madre ha cominciato a stare male. Alle 13 ho raggiunto il Pronto soccorso del San Pio e l’ho affidata ai sanitari. Io sono rimasto in attesa di notizie seduto in sala d’aspetto», racconta l’uomo. Dopo diverse ore Carlucci prova a chiedere notizie. «Mi hanno risposto di non intralciare il lavoro dei medici», ricorda l’operaio. Alle 18 un operatore sanitario gli fa vedere la madre distesa su un lettino e con una flebo al braccio. «Un medico, gentilissimo, mi dice che devo aspettare ancora qualche minuto perché erano ancora in corso degli accertamenti», prosegue l’uomo. L’operaio torna fuori e inizia un’altra interminabile attesa.

«Mezzanotte era passata da un pezzo quando ho chiesto per l’ennesima volta notizie di mia madre. Prima un operatore mi ha risposto con aria seccata che evidentemente gli accertamenti erano ancora in corso, poi ha fatto una ricerca sul computer e il nome di mia madre non risultava neppure fra i pazienti. Alla fine, dopo altre ricerche, mi è stato cominciato che mia madre era stata dimessa alle 19,30. Ho fatto notare agli operatori che mia madre non aveva la patente e non sarebbe mai uscita dall’ospedale senza avvisarmi. A quel punto è cominciata la ricerca della paziente smarrita», racconta ancora costernato Franco Carlucci.

All’1,15 di notte, finalmente, la signora è stata trovata. A causa di un blocco a un rene era stata ricoverata. «Mi chiedo:è possibile che possa accadere una cosa del genere in un ospedale che, secondo la Asl, è in fase di modernizzazione? Possibile che nessuno si renda conto di quanto doloroso sia per un parente attendere notizie del paziente? Possibile che nessuno comprenda più lo stato d’animo di un figlio che viene lasciato in attesa di notizie per dodici ore e poi addirittura è costretto a cercare la madre perché nessuno sa dove sia finita?», chiede Carlucci.

L’amaro sfogo dell’operaio ha dato vita a tanti attestati di solidarietà per Carlucci.

Paola Calvano

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