AL BANO A ROSETO: «QUI ARIA E SAPORI MI PORTANO A CASA» 

Il cantante pugliese domani ospite di “Emozioni in musica” «L’Abruzzo è bellissimo, attenzione a plastica e piromani»

ROSETO DEGLI ABRUZZI. «Diamoci del tu e chiedimi tutto quello che vuoi, ma per favore non parliamo del traliccio, sono settant’anni che ci salgo». Il riferimento è al concerto dei giorni scorsi a Pomigliano d'Arco che lo ha visto arrampicarsi su un traliccio all’americana accanto al palco. Un episodio che, neanche a dirlo, ha destato la curiosità dei presenti, prima, e poi dei social con tante testate a rilanciare i video in cui peraltro si sentono i fan urlare in dialetto napoletano: «Scendi che ti fai male!».
Al Bano, che di anni ne ha 80, scherza e minimizza. In realtà più volte le cronache dei suoi concerti riportano performance di questo tipo, simpaticamente assimilate sui social agli stage diving di Eddie Vedder negli anni Novanta. Raggiunto al telefono in vista del suo concerto di Roseto degli Abruzzi in programma domani nell’ambito della rassegna Emozioni in musica allo stadio Fonte dell'Olmo (ieri il via con Francesco Gabbani, stasera sarà la volta della Pfm), ci tiene a chiarire che «questo per me è solo un modo per dire che sto bene e che oltre alla mia voce voglio esprimere con tutto me stesso la felicità di essere sul palco. Gli antichi romani dicevano mens sana in corpore sano, mente sana in corpo sano e io cerco di curare anche questi aspetti».
D'altra parte, questa sua attitudine si era vista anche alla scorsa edizione di Sanremo in cui, nella seconda serata, era stato protagonista di una sfida a colpi di classici della canzone insieme ai suoi amici di sempre Gianni Morandi e Massimo Ranieri. Sulle battute finali si era messo a fare flessioni, ben 5, davanti a un incredulo Amadeus. Gli stessi amici ha ritrovato a maggio sul palco dell’Arena di Verona dove ha registrato “4 volte 20”, un concerto spettacolo in cui ha raccontato in musica la sua vita e la sua carriera. In quell’occasione anche Renato Zero, Umberto Tozzi, i Ricchi e Poveri, Iva Zanicchi, Arisa, così come Romina Power e i figli. Niente male per un ottantenne che si è conquistato una fama mondiale partendo dal nulla, da una casa dove «sono stato cresciuto a pane e valori, ma spesso c’erano più valori che pane» come racconta lui stesso, e da un paese, Cellino San Marco, che quando lui era ragazzo era un posto da cui scappare, niente a che vedere con la Puglia super trendy delle masserie a sei stelle di oggi. Al Bano (si chiama Albano Antonio Carrisi perché il padre, ferito in guerra, fu salvato dai soldati albanesi) è stato protagonista di un vero e proprio Italian dream: la scoperta di una voce che gli avrebbe consentito di seguire le orme del suo idolo Domenico Modugno (nato a pochi chilometri da Cellino), la fuga a Milano, l’ingresso nel Clan di Celentano dove non è riuscito a sfondare fino a che, dopo aver firmato con un’altra casa discografica, nel 1967 ha inciso “Nel sole”, il brano che gli ha cambiato la vita, non solo perché gli ha aperto le porte del successo ma perché sul set del musicarello tratto da quella canzone ha incontrato Romina Power, la figlia di Tyrone Power e Linda Christian con la quale ha dato vita a una vicenda sentimentale e professionale che fa parte della storia del costume del nostro Paese. Il resto è storia e i suoi concerti la raccontano.
Al Bano, la sua estate la vede su molti palchi, come vanno le cose nel tour?
Sono entusiasta, abbiamo fatto anche delle date all’estero. Ho con il mio pubblico un feeling importante e mi fa piacere esternarlo sera dopo sera. Ho modo di cantare le mie canzoni di sempre e condividerle con la mia gente.
Me la perdona una curiosità visto che non possiamo parlare di tralicci?
Prego.
A maggio fu protagonista di un episodio curioso su un aereo per Zagabria. che è successo?
Inaudito. Stavo andando a festeggiare la laurea di mia figlia Cristel. L’aereo era fermo all'atterraggio e stavamo attendendo l’apertura del portellone. Ho chiesto di andare in bagno, ma la hostess mi ha risposto che non era possibile mi ha intimato di sedermi. Ho alzato la voce, perché era una cosa assurda. Ho chiesto invano di parlare con il comandante e a poco è servita la mediazione di alcuni passeggeri croati che capivano l’italiano.
Ma l'hanno riconosciuta?
In tanti anni di viaggi aerei penso di aver incontrato solo 4 persone che non sanno chi è Al Bano. Ma qui non è una questione di Al Bano, qui è stato negato un diritto elementare a un passeggero: quello di andare in bagno quando c’erano tutte le condizioni di sicurezza .
Dell’Abruzzo che ricordi ha?
Diversi a partire dal mio uomo di fiducia Pippo Di Marino (ex road manager e padre di Ylenia, anche lei cantante) di Fara San Martino. E poi, vogliamo parlare della pasta De Cecco? In generale, ricordo con affetto l’atmosfera con odori e sapori che sanno di sud, molto simili alla mia terra. A tal proposito, una cosa ci tengo a dirla: ho la fortuna di suonare in luoghi meravigliosi come Roseto, ma inquinamento e accumulo di plastica stanno rovinando tutto. Così i maledetti piromani, “neroni” del nostro tempo. Il mio è un appello affinché ciascuno faccia la propria parte per preservare i nostri luoghi, come canto in Cara Terra Mia.